Cinema / Commuove e incanta Moonlight, film candidato a 8 Premi Oscar

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Moonlight è un film forte, drammatico e struggente, che coinvolge e assorbe completamente lo spettatore senza permettergli di togliere lo sguardo dallo schermo. Se quello che chiediamo ad un film è di trasportarci per qualche ora in un’altra dimensione, questo film ci riesce benissimo.  ‘E la storia dell’infanzia, e poi dell’ adolescenza e dell’età adulta di Chiron, un “negro” (così si chiamano tra loro) che cresce in una periferia malfamata di Miami, senza padre e con una madre tossicodipendente. Il piccolo Chiron non è solo oggettivamente sfortunato per la condizione familiare e il contesto degradato in cui vive, è anche un bambino particolarmente sensibile e timido, diverso da tutti gli altri. L’universo dei bambini, non è, forse sempre, una miniatura di quello degli adulti? Così, in un mondo in cui vige la legge del più forte, il più debole è destinato a soccombere, anche se si tratta solo di un bambino. Chiron quindi non ha una famiglia, solo la mamma drogata, e non ha amici, il suo punto di riferimento unico finisce per diventare un delinquente comune che per vivere spaccia droga. ‘E già questo il primo dei tanti  stereotipi rovesciati che si incontrano nel corso del film.

‘E chiaro che ogni film degno di essere chiamato tale, è molto più della sua stessa trama. Si sceglie una storia, presa in prestito dalla realtà, e si decide di raccontare quella storia in favore di mille altre che non possono essere tutte raccontate. Un film di denuncia, candidato a 8 premi Oscar, vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico, funziona così. Moonlight è un film che tratta in maniera magistrale non una sola, ma davvero un sacco di tematiche e, ogni volta  che sono tornata con la mente ai vari personaggi, ho colto sfaccettature nuove e per questo l’ho trovato un film forte e sincero, crudelmente realistico, come pochi films sanno essere. Se subito dopo aver visto il film, avessi dovuto rispondere a bruciapelo alla domanda “qual è la tematica principale?”, beh forse avrei detto che è il racconto di come ancora oggi, nel 2017, in quelli che chiamiamo Paesi sviluppati, milioni di persone vivano in  periferie dimenticate da tutti, che finiscono col diventare terra di nessuno. Il fatto che gli attori siano tutti neri, non è chiaramente un caso. Mai come quest’anno i films candidati agli Oscar hanno messo al centro la comunità afroamericana. Poi avrei detto che è una critica al bullismo, all’emarginazione e derisione dell’altro solo perché debole e diverso. Avrei detto che è un film che parla di una catarsi rovesciata, nel senso che il protagonista, passando attraverso la cattiveria di cui è capace il mondo, diventa altro da ciò che era, imparando a difendersi. Se ci penso bene però, Moonlight è anche, forse soprattutto, una storia d’amore, di un amore sbeffeggiato, umiliato, irriso ma autentico. Una storia d’amore tra due uomini che non si spaventa di raccontare l’omosessualità in un modo nuovo mettendo in luce la tenerezza di cui ogni innamoramento vero è caratterizzato, a qualunque età e di qualunque genere esso sia.

Annamaria Distefano