Presentato l’appello finale dal titolo “Per un’Europa della libertà”. Chiesta libertà per i migranti, per i Rom e per tutti gli uomini e le donne vittime della tratta. Il reverendo anglicano Christopher Hill, presidente della Kek, nel presentare il bilancio conclusivo dei lavori, ha parlato di un clima “positivo e costruttivo” e ha sottolineato l’unità dei cristiani nella prospettiva del bene comune.
Il messaggio è il risultato di tre giorni di colloqui a Roma che hanno visto di nuovo insieme i rappresentanti delle Chiese cristiane in Europa. Dopo le Assemblee ecumeniche europee e la firma nel 2007 della Charta Oecumenica, l’ecumenismo europeo ha vissuto negli ultimi anni un momento di stagnazione. A Roma in questi giorni si è decisamente respirato un’aria nuova. Lo si vede da come i leader dei due organismi europei parlano tra loro e colloquiano con i giornalisti. Si percepisce dalla consonanza di pensiero e opinione su molti temi, come quello della libertà religiosa, dei rapporti tra Stato e Chiese in Europa, del fondamentalismo di matrice islamica, della testimonianza cristiana e del martirio cristiano nel mondo. È il reverendo anglicano Christopher Hill, presidente della Kek a presentare a nome di tutti un bilancio conclusivo dei lavori. È lui a parlare di un clima “positivo e costruttivo”. Molto apprezzato anche l’incontro avuto con Papa Francesco. “Il Papa – ha detto il rev. Hill ai giornalisti – ha saputo coniugare la formalità dell’incontro con la sua umanità”. Ma davvero – chiedono i giornalisti – credete che sia possibile una posizione comune e condivisa sui temi di attualità? È sempre lui a rispondere: “A volte, a livello di percezione popolare, si pensa che i cristiani siano più in disaccordo che in accordo. È possibile ovviamente che i cristiani abbiano visione differenziate rispetto ad alcune questione etiche. Quel che si dimentica è che sulle grandi questioni relative al bene comune, i cristiani sono quasi interamente, se non interamente d’accordo. Non solo esiste un accordo vero e ad ampio spettro sul bene comune ma anche si promuovono iniziative concrete e condivise”. Hill ha fatto a questo proposito riferimento all’impegno delle Chiese per l’abolizione della schiavitù e della tratta degli esseri umani e le diverse posizioni prese in Inghilterra dalla Conferenza episcopale cattolica e dalla Comunione anglicana rispetto alle elezioni politiche. Ed ha concluso: “anche se gli stili variano, il contenuto è sostanzialmente lo stesso”.