Venerdì ventisei luglio una ragazza di diciotto anni, alla trentunesima settimana di gestazione, è stata salvata da una gravissima emergenza grazie all’azione congiunta degli operatori sanitari dell’azienda “Policlinico – OVE” e dell’ospedale Cannizzaro.
La giovane, a seguito di una grave emorragia gengivale causata da un epulide-tumore benigno, è stata trasportata d’urgenza dal Presidio ospedaliero di Bronte al dipartimento d’emergenza dell’Auo del Policlinico “Vittorio Emanuele”. Il cui direttore generale, Antonio Lazzara, ha spiegato che, all’arrivo in pronto soccorso, le condizioni della paziente erano stabili, ma una grave anemia aveva già reso necessarie diverse trasfusioni. Dopo qualche ora il sanguinamento del cavo orale era ancora esagerato e non controllabile, con conseguente instabilità emodinamica e respiratoria, per cui è stata necessaria una difficile intubazione oro-tracheale e un trattamento della lesione da parte dell’équipe odontoiatrica del prof. Rapisarda.
La paziente aveva perso troppo sangue, l’anemia grave ha così richiesto altre trasfusioni e un intervento multidisciplinare che ha coinvolto, nella sala operatoria del dipartimento d’emergenza del “Vittorio Emanuele”, coordinate dai dott. Giuseppe Carpinteri, direttore dell’Unità ospedaliera complessa di pronto soccorso, e Anna Mattaliano, della direzione medica di presidio, le professionalità dei dottori Salvo Nicosia (rianimazione), Diego Piazza (chirurgia d’urgenza), Enzo Monaca (chirurgia vascolare) e, chiaramente fondamentale per una gestante, Antonino Rapisarda (ginecologia).
Al dottor Antonino Rapisarda (nella foto), primario di tutti e tre i reparti dell’ospedale “Santo Bambino”, abbiamo chiesto di illustrare la complessità dell’intervento.
“E’stato necessario intervenire con un parto cesareo in emergenza – ha spiegato l’illustre ginecologo – e con me hanno operato due preziosi colleghi, il dott. Saia e il dott. Genovese, e l’ostetrica La Malfa. La bimba, di un chilo e settecento grammi, è stata trasportata nell’Unità di terapia intensiva neonatale del ‘Santo Bambino’ diretta dal dottor Enzo Cimino, mentre la madre è stata trattata con una procedura di embolizzazione – metodica di radiologia interventistica – dai medici dell’Uoc del Cannizzaro, diretta dal dott. Patanè, e si trova nel reparto rianimazione del “Vittorio Emanuele”. Loro sono salve entrambe e noi non abbiamo fatto nulla di più del nostro dovere”.
Quest’ultima frase è essenziale per capire che persona sia il dottor Rapisarda e lo spirito con cui lavorano certi professionisti.
Alessandra Distefano