«Celeste ha una voce trasparente. Pura, pulita, calda e avvolgente. Riesce a creare un velo limpido attraverso il quale le sensazioni che provi diventano immagini, forme, colori, profumi, ricordi. Un maxischermo di emozioni che ti comprare davanti lo sguardo e che proietta immagini vivide sul cuore di chi l’ascolta».
Con le parole di uno dei tantissimi commenti postati su Instagram, è possibile davvero trasferire l’entusiasmo del pubblico che al Cortile Platamone ha assistito al debutto della giovanissima vocalist siciliana. In una delle location più suggestive del centro storico catanese – informa un comunicato dell’agenzia I press – tra video mapping proiettati sui resti dell’ex monastero di San Placido, costumi firmati da Magda Accolti-Gil e coreografie di danza contemporanea (a cura di Gabriel Glorioso) che hanno arricchito le performance musicali, una timida Celeste si è affacciata al pubblico di una sera di mezza estate, per offrire una parentesi di musica inedita con spruzzate di cover brasiliane e sempreverdi del panorama Italiano.
Delicata e al tempo stesso ricercata, la voce della diciannovenne originaria di Canicattì ha scritto con la varietà delle note il suo diario musicale, raccontando una vita trascorsa in compagnia del canto e dei vocalizzi che traducono intime storie, sogni senza tempo e melanconici pensieri che attraversano intere generazioni.
Orchestrate dalla voce della speaker radiofonica Antonella Insabella (che ha recitato i testi di Marco Savatteri), le canzoni del suo album + 18 hanno spaziato da una parte all’altra dei generi musicali, incantando i suoi coetanei ma soprattutto una platea di intenditori, incuriositi e intrigati al tempo stesso.
Insieme a lei sul palco anche tanti amici, ma soprattutto artisti che da sempre omaggiano la Sicilia con il loro talento: il compositore e cantautore Tony Canto, che ha regalato un tocco di magia al brano siciliano “L’amuri un’arriposa”; il cantante Fabio Abate, che con il suo elegante sarcasmo ha ritratto il profumo della nostra terra; il chitarrista Alfredo Longo, che ha toccato le corde del cuore con i suoi arrangiamenti; l’autore di numerosi brani dell’album Giuliano Castagna; e l’attore Giuseppe Orsillo, che ha calcato il palco per narrare con poesia i pensieri delle nuove generazioni. Tutti intorno al concerto acustico di Celeste, che ha trovato la sua dimensione di fronte al microfono e ad un parterre perso tra le sue melodie, con la band composta da Enzo Augello (batteria), Filippo Di Pietro (basso), Osvaldo Lo Iacono e Edoardo Musumeci (chitarra), Marco Genovese (tastiere).
Un esordio discografico di successo che ha coinvolto gli oltre 500 ascoltatori presenti, tra momenti cantautorali dal sapore retrò e qualche graffiata di elettronica. Dal singolo “Changing for the better” a “Dear Valentine”, passando a “Carnevale” e “Di Sabato“: ieri sera i quattordici brani contenuti nel suo disco prodotto e arrangiato da Tony Brundo hanno riempito oltre due ore di live.
Un album che ha regalato alla città etnea un’immagine a tutto tondo di un’artista versatile, che ama giocare con le parole e con gli stili, sfruttando la passione e la voglia di sperimentare, il tutto arricchito da una personalità sensibile che scorre tra le note del suo disco e dà voce alle sue canzoni.