Giochi stellari, fuochi d’artificio, mare in tempesta, bolle di sapone, palloncini bianchi. Un vorticoso susseguirsi di immagini accompagna “Amore che torni”. E poi… loro, eccoli, i sei che compongono la band del gruppo dei Negramaro. L’esordio di Giuliano, acclamatissimo dal pubblico, con “Terra di mio padre, terra mia”, e poi il via con il brano “Fino all’imbrunire”, a seguire “Sei tu la mia città”, “Il posto dei santi”, “Attenta”, “Nuvole e lenzuola” per poi giungere alle hit presenti nell’ultimo disco “Amore che torni”, etichetta Sugar, certificato doppio disco di platino.
Motivi che hanno fatto esplodere il pubblico, entusiasta dello spettacolo offerto, tanto che ha accompagnato il gruppo rock per tutti i successivi brani mostrandosi molto preparato fino al punto di cantare da solo nei momenti di silenzio di Giuliano Sangiorgi. Questi non ha mancato più volte di ricordare il papà andato via prematuramente e le sue origini siciliane; e ha rimarcato la bellezza della Sicilia e dei suoi isolani.
Insolito e cangiante l’assetto del palcoscenico che, di volta in volta, ha stupito per colori, elementi come le pedane mobili che trasportavano i vari componenti della band in avanti quasi a toccare il pubblico. Questo, continuamente inneggiante, ha gridato a ripetizione il nome Lele (il chitarrista colpito da una emorragia cerebrale e in via di guarigione) cui Giuliano ha dedicato la canzone “Cosa c’è dall’altra parte”, che racconta del tunnel in cui è vissuto e della luce, che lo ha fatto rinascere, vista in fondo al tunnel.
Ha ringraziato così i fans che hanno sostenuto, tramite i social, Lele, e di tutto l’amore che è arrivato anche tramite questo mezzo. E ha detto, tra l’altro: “La vostra partecipazione così massiccia e calorosa non era scontata. Siete stati tutti lì ad aspettarci, pazienti e pieni di speranza, convinti che saremmo tornati più forti di prima, certi che il nostro guerriero Lele avrebbe vinto la sua battaglia in pochissimo tempo e avrebbe fatto ritorno da noi, da voi. E così è stato! Lele è tornato, noi siamo tornati, l’amore è tornato e ha vinto, come non mai”.
A questo punto ha presentato Giacomino Spedicato, il fratello di Lele, chitarrista, che utilizza la stessa pedana con i suoni creati dal fratello e per la sua bravura non manca certo di farsi applaudire.
Si è visto un poliedrico Giuliano dalle vesti di chitarrista e pianista e da quelle di instancabile cantante; infatti, non si è concesso neanche una pausa se non quella di colloquiare con i fans.
Un successo grandioso si è registrato al “Pal’Art” di Acireale, come in tutte le precedenti 20 tappe.
E’ stato un elogio al sentimento il concerto dei Negramaro, un termometro che muta il dolore in musica e trasforma le lacrime in letizia.
Giuliano ha ricordato la festa del papà sulla nota di una canzone, facendo gli auguri per primo al suo babbo siciliano: “Oggi sono padre, una volta ne avevo uno…ciao pà”.
Un gruppo pieno d’energia, nel quale non manca certo l’affetto, considerati i vari abbracci scambiati sul palco tra i passaggi musicali.
Alla fine del concerto, Giuliano ha presentato la sua band: Giacomo Spedicato (chitarra), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte, tastiera, sintetizzatore), Andrea De Rocco (campionatore), e ha invitato tutti i componenti, allargando le braccia, a formare un cerchio, stretti in un abbraccio per perdersi in un profondo inchino verso il pubblico che ha continuato a ringraziare, mentre i fans non finivano di acclamare i loro beniamini.
A chiusura dello spettacolo i Negramaro si sono concessi un’ultima foto ricordo con alle spalle il grande pubblico, prima di lasciare il palco con l’augurio di… “Una buona vita a tutti”.
Maria Pia Risa