Singolare successo, quello registrato domenica 22 luglio al teatro Antico di Taormina, grazie al binomio musica- solidarietà. Proprio così, perché il concerto di Fiorella Mannoia era finalizzato alla raccolta fondi in favore di 500 rifugiati e a sottrarre alla violenza di ogni genere bambini e donne in Libia.
All’orario previsto per l’inizio del concerto i tanti fans di ogni età hanno cominciato ad acclamare la Mannoia in attesa di vederla sul palco. Ed eccola, lei, intramontabile, con i suoi rossi riccioli che sembravano star sospesi da un leggero vento che soffiava di tanto in tanto come a voler danzare anch’esso e fornire ad un tempo, un po’ di refrigerio nell’afosa serata di fine luglio. A rendere ancora più gradevole lo spettacolo c’era la cornice mozzafiato che catturava ed incantava il nostro sguardo: l’Etna, che sembrava affondare le sue radici nel mar Jonio nel quale si scorgeva bene la baia di Giardini Naxos, vulcano che, con il suo sigaro dal fumo bianco, sembrava apprezzare in silenzio le melodie musicali.
L’esordio è stato segnato dal brano “I miei primi passi”, con il pezzo “Nessuna conseguenza”la Mannoia ha guadagnato tanti applausi; un inno alle donne, a coloro che hanno deciso di non farsi sopraffare; un archetipo di donna combattente, quella designata da Fiorella, come il titolo della canzone che inizia il suo ultimo album e di cui ne canticchia una strofa: “Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”.
Dopo il messaggio sul rispetto per le donne, la mattatrice della serata ha lanciato quello della solidarietà nei confronti di chi ha dovuto abbandonare la propria terra. A tal proposito, ha raccontato delle origini siciliane del padre Luigi, e ha consigliato di leggere il bel libro “Terroni”, di Pino Aprile, e lanciato così l’invito a “mantenerci umani”, sulle note di “In viaggio”, brano nel quale si coglie l’amarezza dei genitori per quei figli andati lontano. Ha poi omaggiato alcuni cantanti tra cui Mina e Lucio Battisti con “Insieme” e “Penso a te”. Poi con “Cercami” di Renato Zero per continuare con “Mio fratello che guardi il mondo” in ricordo di Ivano Fossati, per concludere poi con “Terra mia” di Pino Daniele.
Ad oltre metà spettacolo sono saliti sul palco Monica Guerritore che ha recitato una poesia di Alda Merini e Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai e attuale presidente del consiglio italiano per i rifugiati, che ha illustrato il progetto condiviso dalla Mannoia e ha concluso dicendo: “Non mi rassegno di vivere in un P aese che chiude i porti alle Ong (Organizzazioni non governative)”.
E’ continuata la serata con una massiccia scaletta di ben 22 brani a cui il pubblico non si è sottratto, tutt’altro, si è presentato molto preparato.
Maria Pia Risa