Una serata tra note intessute di folk siciliano e momenti di riflessione e poesia. Questo il risultato del concerto di beneficenza che ha visto Mario Incudine su un palco incastonato tra le case e le barche del molo di Santa Maria La Scala.
Numeroso il pubblico e di varia provenienza, non solo acesi e catanesi, molti giungevano da Santa Teresa, Nicolosi e Milano. Il concerto è stato ideato davanti a due caffè dal parroco del borgo marinaro, padre Francesco Mazzoli, e da Angelo Privitera. Lo scopo era quello di realizzare una serata in cui si mescolasse divertimento, attimi di riflessione contornati da un “arrusti e mangia” a base di pane, salsiccia e birra, il cui ricavato sarà devoluto alla ristrutturazione della chiesa trecentesca dedicata a Santa Maria della Scala.
Incudine, in tournee in tutta la Sicilia per presentare il suo nuovo album “D’acqua e di rosi”, ha al contempo richiamato l’attenzione del pubblico su importanti tematiche attuali, tra cui l’immigrazione, ricordando il passato dei siciliani emigrati e rivolgendo un pensiero ai passeggeri della nave “Diciotti” attraccata al porto di Catania “l’uomo va sempre salvato, sempre, l’abbiamo cantato –dice Mario Incudine- perché quando si salva un uomo è sempre un giorno di festa, impariamo ad avere rispetto dell’essere umano”. Il concerto è stato poi dedicato a chi è deceduto tra le macerie del ponte Morandi e il cantante ha invitato il pubblico a riflettere su quanto sia forte la presenza della mafia dentro al cemento. Importante, poi, il sodalizio artistico con il ballerino Alosha accompagnato da Giovanna Finocchiaro che si sono esibiti durante lo spettacolo coi loro passi di danza contemporanea.
A chiudere la serata l’intervento di padre Mazzoli che ha sottolineato la prontezza del cantante ad accettare l’incarico e ringraziando i parrocchiani, l’amministrazione acese e il sindaco di Acireale, Stefano Alì, presente in mezzo al pubblico insieme alla moglie.
Ileana Bella