All’attesissimo concerto di Malika Ayane, al teatro Metropolitan di Catania, ad accendere i riflettori è “Stracciabudella” (scritto dalla cantante italo-marocchina in collaborazione con il musicista Shridhar SolanKi) con una cornice caratterizzata da colori bianco e nero, con a centro del palco Malika, che assume le sembianze di una dea moderna, considerato il look, posta al di sopra del palco.
Ha così inizio lo spettacolo. Senza perdere tempo, neanche per i saluti. Appare molto composta e ad un tempo sexy, con la sua giacca nera a mo’ di vestitino corto, body nero e stivale nero che le fascia la gamba. Un look studiato, quello della Ayane, non solo da un punto di vista estetico, ma soprattutto pratico. Infatti, da lì a poco, la cantautrice, si spoglierà della giacca per rimanere solo con il body, abbigliamento da trapezista, che le faciliterà l’imbracamento ad un drappo rosso e la vedrà farsi più terrena, calandosi giù nel palco dove verrà accolta da un pubblico variegato per età che la acclama.
Malika ringrazia subito il pubblico, si dice contenta di essere a Catania, che definisce una città bellissima, e promette una bella serata in sua compagnia, ma chiede collaborazione agli spettatori esortandoli a mettere da parte il cellulare e godersi lo spettacolo; una serata senza distrazioni… all’insegna della musica e delle sue vibrazioni. La Ayane, ironizza sulle coppie, sui sentimenti, sugli uomini, definendoli “finiti dai 36 anni in su”, facendo riferimento alle sue canzoni, alle volte, malinconiche, ma che raccontano il vissuto. Infine, prima di riprendere a cantare, volge lo sguardo alle sue spalle per indicare quelli che definisce “i compari”, cioè la band che l’accompagna, collocata in bizzarre anticamere, ognuno rigorosamente a richiamare le tonalità del bianco e nero. Davvero un effetto domino!
Due ore di spettacolo nel quale Malika coinvolge il pubblico con le musiche del suo ultimo disco “Domino” (quinto progetto discografico uscito il 21 settembre 2018 per Sugar Music). “Domino” rappresenta il grande ritorno sulle scene della cantautrice milanese dopo tre anni di assenza, durante i quali ha lavorato alla produzione del disco insieme con Axel Reinemer e Stefan Leisering al “Jazzanova Recording Studio” di Berlino. “Domino”, è stato elaborato e scritto tra Milano, Londra e Parigi, con la collaborazione di importanti autori internazionali già al suo fianco nel precedente album, “Naif”).
E’, la sua, una scaletta di 25 brani, un susseguirsi di canzoni inedite ed altre molto partecipate per le quali il pubblico diventa protagonista. Una voce intrigante, quella di Malika, dai suoni delicati ma carichi.
Non è solo un susseguirsi di canzoni, ma anche di cambi di abito che la cantautrice sostituisce tra un brano e l’altro senza alcuna sosta, con una velocità supersonica. Qualche colore diverso e appariscente, come un abito lungo rosso, ma a spadroneggiare è sempre il connubio tra bianco e nero. A segnare l’epilogo spetta a “Come foglie”, un brano conosciutissimo a cantare il quale il pubblico non si è sottrae, tutt’altro.
A fine serata, la bionda Malika ringrazia tutti e presenta la band composta da: Daniele Di Gregorio alla marimba, Carlo Gaudiello al piano, Marco Mariniello al basso, Nico Lippolis alla batteria, Jacopo Bertacco alla chitarra.
Maria Pia Risa