Fin dalle prime note, il concerto di Max Pezzali a Catania, ha stabilito le peculiarità che avrebbe avuto. E non le ha smentite per tutta la sua durata. Ieri il PalaCatania ha accolto circa ottomila spettatori, giunti per ascoltare i celebri brani del cantante.
I presenti, però, non si sono limitati soltanto a cantare a squarciagola per tutto il tempo. Hanno anche ballato, per tutto il tempo, giacché le canzoni di Pezzali lo hanno permesso.
Ritmi incalzanti e luci fluo hanno creato il contesto adatto ad una serata di musica dal vivo e discoteca allo stesso tempo. Senza mai eccedere nei timbri, tutto calibrato.
Lui, Pezzali, si presenta con l’immagine di “eterno ragazzo”, a coronare un contesto di divertimento, spensieratezza ed anche nostalgia degli anni adolescenziali. Jeans scuri, camicia azzurra a maniche corte, con dei “lampi” gialli disegnati, portata aperta. Ha cantato per oltre due ore, con qualche breve intermezzo parlato che ricordava situazioni o introduceva i brani.
Max Pezzali fa ballare tutto il Palacatania
A dare il via alle danze, in senso letterale, Sei un mito. La coreografia, anch’essa dai colori fluorescenti, proiettava ad intermittenza le luci sugli spettatori. Pezzali ricorda la sua prima volta al PalaCatania, in occasione dell’inaugurazione della struttura.
Ritmi briosi per i primi tre brani, La regina del Celebrità e Rotta per casa di Dio. Poi si rallenta con Come deve andare, fino a Ti sento vivere.
Il marchio della serata torna presto: il ballo. Ordinato e circoscritto alla posizione che ogni singolo spettatore occupa, il movimento parte spontaneo con Hanno ucciso l’Uomo Ragno. La ragnatela rossa, alle spalle dell’artista, cambiava tonalità al ritmo della canzone. La regola dell’amico, brano senza tempo, induce Pezzali a sottolineare che certe situazioni e rapporti non cambiano. Resistono allo scorrere degli anni. Si ripetono. “C’è una regola che valeva una volta, vale in parte oggi e probabilmente ci sarà nei secoli dei secoli”, ha affermato l’artista.
Le sue canzoni, infatti, raccontano momenti di vita, attimi di spensieratezza, pensieri dei giovani, relazioni interpersonali. E nostalgie. Queste ultime sono state evocate dal brano Gli anni, mentre i pensieri di chi le cantava assieme a Pezzali correvano agli “anni d’oro”.
Si è fatto ritorno con la mente ai telefilm o ad un capo di abbigliamento, per fare riemergere ricordi personali ed emozioni. Di emozioni ce ne sono state parecchie all’esecuzione di Una canzone d’amore e Come mai. Pezzali ha chiesto di creare lo scenario tramite la torcia dei cellulari. Invito subito colto. Contesto romantico creato.
Palacatania, anche una parentesi intimistica nel concerto di Max Pezzali
A proposito della tecnologia lo stesso ha definito “un mondo più semplice” quello privo di internet. Gli artisti, in generale, i cantanti, nello specifico, “dovevano raccontare quello che vedevano e immaginare tutto il resto”, ha spiegato ancora. Intanto il suo cambio di camicia, rossa con i “lampi” blu, ne rimarcava l’animo giovanile. Pezzali, poi, preannuncia un momento di atmosfera “intimità”. Lui e la sua band prendono posto al centro del palco, seduti. Accompagnato da una musica più lenta, dà vita ad un medley acustico per Nient’altro che noi, Eccoti, Io ci sarò, Se tornerai. Parte dei brani eseguiti dalla voce portante, parte dal solo pubblico. Operazione riuscita. Pubblico perfettamente partecipe.
Con le ultime battute del concerto, arriva la presentazione dettagliata della band. Alla tastiera Ernesto Ghezzi, alla chitarra Giorgio Mastrocola, al basso Marco Mariniello, alla batteria Giordano Colombo ed infine il chitarrista Davide Ferrario.
Pezzali ha rivolto al pubblico una dedica: “ Ringrazio il cielo che siate capitati a me”. Prendendo spunto dal testo della sua canzone, Quello che capita, ha mostrato gratitudine ai numerosi presenti.
Questa sera, al PalaCatania, l’ultimo dei due appuntamenti promossi da Giuseppe Rapisarda Management.
Rita Messina