Il 29 novembre di quest’anno è trascorso un secolo dalla morte del compositore Giacomo Puccini, l’operista più rappresentato al mondo dopo Verdi e Mozart. Senza dubbio, il più amato dal grande pubblico.
Le arie della “Bohème” e della “Tosca” hanno travalicato i muri dei teatri, diventando patrimonio della tradizione popolare. Per intenderci chi non conosce il “Vissi d’arte”? E chi non sa canticchiare “All’alba vincerò”?
Certo la vena “popolare” non gli ha alienato le critiche più feroci: da facile e ruffiano melodista fino a compositore per “sartine”.
Adorno lo considerava un antesignano della musica pop, piuttosto che un compositore di musica “seria”. Povero Puccini, quante ne ha sorbite, e quante ne sorbisce tuttoggi? L’universo femminile, nell’operista lucchese, è scandagliato nelle sue profondità e nelle sue sfaccettature: l’ardente Manon, la timida Mimì, la sentimentale Tosca.
Certo, la sua musica è da lacrima pendula e fazzoletto alla mano; ma non si può negare la straordinaria bellezza delle sue arie, che ne fanno l’operista più amato in assoluto.
Ad Acireale concerto in omaggio a Giacomo Puccini
Ad Acireale, nella Basilica di S. Sebastiano si è tenuto un concerto in omaggio a Puccini, in occasione del centenario della morte. La prima aria “Un bel dì vedremo” dalla “Madama Butterfly” è stata interpretata dal soprano Marianna Cappellani, accompagnata al piano da Ninni Spina.
Dalla “Turandot”, il giovane tenore Federico Parisi ha eseguito il “Nessun dorma”, accompagnato al pianoforte da Ninni Spina. Poi si è passati alla “Tosca” con lo struggente “E lucevan le stelle”, interpretato dal tenore che è stato acclamato a gran voce dal pubblico.
Sempre da “Tosca” Marianna Cappellani ha eseguito “Vissi d’arte”, dando prova di grande eleganza e raffinatezza vocali. Il duetto de la “Bohème” con le arie “Che gelida manina”, “Si mi chiamano Mimì” e “Soave fanciulla” hanno chiuso il concerto pucciniano.
Nel duetto il soprano e il tenore si sono rivelati affiatati e buoni attori; sapendo rievocare a pieno l’inverno parigino dei bohèmien. Anche il pianista Ninni Spina ha fatto la sua parte, sempre musicale e attento nel dare i giusti colori a delle arie belle e melodiose. E proprio per questo impegnative.
Magnifica performance degli interpreti
L’esecuzione della musica di Puccini è stata notevole: il soprano, forte di una voce calda e piena, è riuscita a rendere “caratterialmente” le eroine pucciniane; cogliendo e sfumando vocalmente i tratti psicologici. Certo una voce, a volte intubata, e alcune note prese alla “sperindio” lasciano un po’ l’amaro in bocca; ma glielo si può perdonare.
Il tenore si è rivelato buon attore e sensibile musicista; anche con qualche difetto di pronuncia, non scadendo nel cattivo gusto e nella volgarità; spesso la musica di Puccini si presta a trovate “musicali” discutibili. E già questo significa che l’omaggio è stato un successo. La musica si commenta da sé, e la magnifica cornice di San Sebastiano le ha dato un tono di sublime intimità.
Speriamo che la Basilica ci voglia deliziare con altri concerti di questo tipo, soprattutto in questo periodo di banali e mediocri canzoni di Natale.
Giosuè Consoli