Concerti / Tre serate di musica raffinata e di alta qualità al festival “Jaci & Jazz”. I fratelli Marangolo nuovamente insieme dopo 40 anni

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Grande successo di pubblico e grande entusiasmo per la qualità degli esecutori e delle musiche eseguite in occasione di “Jaci & Jazz”, l’edizione 2018 del festival del jazz svoltosi ad Acireale e organizzato dall’associazione culturale “Sajamastra” con la direzione artistica di Antonio Marangolo. Nella suggestiva piazzetta (largo Giovanni XXIII) tra il palazzo del Vescovo e la Cattedrale, con lo sfondo dell’Arco del Vescovo, si sono avvicendati sul palco, nelle tre serate, il “Trio FCT”, i “Sikania” e i “Marangolo Brothers Grouve Agency”.

Il Trio FCT

Tre serate completamente diverse per stile, sonorità e brani eseguiti, ma tutt’e tre unite dall’avvincente ritmo della musica jazz. Nella prima serata, il “Trio FCT”, composto da Gianni Lenoci (al pianoforte), Fernando Romano (al contrabbasso) e Francesco Cusa (alla batteria), ha attratto e deliziato il pubblico con i virtuosismi del contrabbassista, ma anche con le particolari performances del batterista e del pianista: il primo che, oltre alle normali bacchette, usava pure una busta di plastica per produrre delle sonorità e batterla – a mo’ di bacchetta – sui timpani e sui piatti, che ogni tanto erano affiancati da tegamini e coperchi di pentole; il pianista, invece, ogni tanto entrava quasi dentro la cassa armonica del suo strumento per andare a pizzicare direttamente le corde, producendo un suono anomalo e in sintonia con quanto espresso dal batterista (che era anche l’autore dei brani proposti).

Daniela Spalletta con i Sikania

La seconda serata, animata dal gruppo “Sikania” composto da Giovanni Mazzarino (pianoforte), Orazio Maugeri (sax tenore), Alberto Fidone (contrabbasso) e Giuseppe Tringali (batteria), ha avuto come protagonista assoluta la voce di Daniela Spalletta; la vocalist ha cantato – ma forse è inesatto usare questo termine – i brani in siciliano da lei stessa composti ed eseguiti sulle musiche di Giovanni Mazzarino, usando la sua voce con una cadenza, una ritmicità e una sonorità tali da potere essere assimilata ad uno strumento musicale vero e proprio; scorrevano nei brani antichi personaggi, tradizioni sicule, ambientazioni, il tutto costruito mediante proverbi, mottetti, detti tipici, in una maniera assolutamente avvincente e coinvolgente.

Antonio Marangolo, direttore artistico, col suo sax

La serata finale, infine, è stata contrassegnata dalla presenza dei fratelli Marangolo, al massimo della loro bravura e della loro capacità d’esecuzione, tanto da mettere in ombra, quasi, gli altri componenti del quartetto: Luca Begonia (al trombone) e Aldo Mella (che si destreggiava abilmente tra il contrabbasso ed il basso elettrico), i quali si sono però ampiamente riscattati nei momenti di assolo. I due fratelli Antonio e Agostino Marangolo, che da diversi anni non salivano su un palco insieme (avendo avuto un percorso artistico differente l’uno dall’altro), hanno eseguito una serie di brani originali: Antonio – lasciando per due ore il ruolo di direttore artistico della manifestazione – ha suonato in maniera magistrale il suo sax senza disdegnare tuttavia il pianoforte, mentre Agostino sembrava che volasse con le bacchette sui piatti ed i timpani della sua batteria.

I Marangolo Brothers Grouve Agency. Da sin: Antonio Marangolo, Aldo Mella, Agostino Marangolo, Luca Begonia

Insieme hanno trasmesso all’uditorio – ma idealmente a tutta la città – la stessa emozione che loro sicuramente provavano dopo tanti anni di distanza, e che Agostino ha voluto esprimere salutando la madre anziana che aveva rivisto quel giorno dopo tanto tempo. Il pubblico li ha ripagati con una presenza straordinaria e una serie di applausi – anche a scena aperta – che non hanno permesso loro di allontanarsi senza aver concesso un bis.

La manifestazione “Jaci & Jazz” ha concluso quindi la sua seconda edizione con un successo straordinario, essendo riuscita a riportare ad Acireale la musica jazz che caratterizzava una trentina d’anni fa un festival famoso in tutti gli ambienti specifici d’Italia e non solo.

Il numerosissimo pubblico che ha affollato largo Giovanni XXIII e dintorni

La formula è stata quella di portare artisti che eseguono solo brani composti da loro stessi, come ha sottolineato nelle tre serate Giovanni La Rosa, presidente di “Sajamastra”, l’associazione organizzatrice. Erano presenti alla serata conclusiva anche il vescovo mons. Antonino Raspanti (vicino di casa), il vice sindaco Salvatore Pirrone in rappresentanza della nuova amministrazione comunale, ed il giornalista Aberto Bazzurro, direttore della rivista specializzata “Musica jazz”, che non si era perso nemmeno le altre serate.

Nino De Maria

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