Lo scorso 2 febbraio, l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini ha reso omaggio alla patrona della città di Catania, come è prassi da tempo, esibendosi nel tradizionale “Concerto in onore di Sant’ Agata”. Il prestigioso evento musicale si inserisce a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni, seppur limitate dalla pandemia, che rievocano il martirio della Santa fanciulla.
Fra le manifestazioni civiche previste per le festività ricorrenti, anche l’autorevole esibizione vuol essere espressione dell’amore incondizionato dei catanesi verso Agata. Il suo, un prezioso esempio di abnegazione che – come ribadito dal Commissario straordinario Lo Cascio – è parte integrante della storia e dei valori del capoluogo etneo. Agata la Paladina di una Fede universalmente venerata.
Quest’anno, con le dovute precauzioni, è stato possibile assistere in presenza. La partecipazione c’è stata ma forse non come ci si aspettava. Il risalire dei contagi, agli inizi dello scorso mese, ha sicuramente scoraggiato molti.
Musiche liturgiche nel concerto per Sant’Agata
Dopo la vivace apertura delle overture operistiche di Bellini, il programma del Concerto ha proposto un focus liturgico con “Le sette ultime parole di Cristo sulla croce” di Franz Joseph Haydn. Ma forse non tutti hanno saputo apprezzare i sette movimenti lenti, della durata di circa dieci minuti ciascuno.
Il maestro Salvatore Percacciolo, che ha diretto l’orchestra, lo aveva presumibilmente previsto precisando anticipatamente il perché della scelta di un pezzo funebre. “Perché la morte e la rinascita coincidono. La composizione è stata scritta per le celebrazioni del Venerdì Santo. Il momento della crocifissione, della morte di Gesù che prevede però una risurrezione”.
Uno dei capolavori di Haydn nel concerto per Sant’Agata
Nel 1786, il compositore austriaco ricevette una difficile commissione, da parte di un canonico spagnolo. La musica doveva fungere da commento di ognuno dei momenti più intensi e commoventi della Passione. Dunque, rendere particolarmente espressivo il discorso musicale legato al contesto esecutivo.
Nonostante i limiti formali imposti, Haydn doveva riuscire a non annoiare gli ascoltatori. Articolò, quindi, la composizione in sette sonate in tempo lento che meditano sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce. Le ha precedute una maestosa introduzione e si sono concluse con un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario, così come viene raccontato nei Vangeli.
L’Orchestra, la cui esibizione è dei massimi livelli, si è dimostrata ancora una volta all’altezza. Ancora una tra le tante eccellenze tutte catanesi.
Cristiana Zingarino