Concluso nella Cattedrale di Acireale l’Anno della fede: fondare le relazioni sulla verità e sfuggire l’ambiguità

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La conclusione dell’Anno della fede è stata solennemente celebrata nella Cattedrale di Acireale dedicata a S. Maria Annunziata, in un clima di profonda partecipazione e di pietà. Lunga la bianca processione- aperta dal diacono Alfredo Pulvirenti che teneva alto il sacro Libro del Vangelo – formata da seminaristi,  diaconi, parroci e arcipreti della diocesi, canonici, con la presenza del vicario generale mons. Gugliemo Gionbanco, di mons. Pio Vittorio Vigo, vescovo emerito, del vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, del cerimoniere, can. Roberto Strano, arciprete parroco della Cattedrale: avvolta dal sile ha attraversato la navata centrale, dando una testimonianza di fede vissuta, tra due fitte file di fedeli laici, di soci di associazioni cattoliche, di numerose congregazioni femminili e maschili.
Il coro della Cattedrale, abilmente guidato dalla maestra Rosanna Furnari, ha creato un’atmosfera sublime. All’armonium, il maestro Giuseppe Bella; animatore liturgico, il seminarista Raffaele Stagnitta.
Il vescovo Raspanti invita l’assemblea a fare memoria del battesimo che ci ha aperto le porte della fede: benedice l’acqua, nel ricordo del battesimo, quale adesione a Cristo Signore crocifisso e risorto per la salvezza dell’umanità. La concelebrazione della santa Messa è presieduta dal Vescovo. All’omelia, egli richiama punti essenziali della magistrale enciclica di Papa Francesco, in cui viene esaltata la fede attraverso la luce e la conoscenza, ovvero l’incontro con Gesù di Nazareth in un momento personale. E’ da quest’incontro che scaturisce la vita e la visione del mondo. Molto calzanti in rapporto alla fede, i riferimenti alla conversione di sant’Agostino; a san Paolo della lettera agli Efesini sui rapporti tra i credenti, sulla verifica della fede, sull’indissolubilità tra amore e verità; all’episodio evangelico di Gesù, che nella sinagoga legge il famoso passo d’Isaia, presentandosi così al mondo come il Figlio mandato dal Padre, ma nella luce della rivelazione non tutti i presenti lo accolsero.
Il Vescovo incita tutti ad aprire mente e cuore: la fede, annuncio nella società d’oggi, a fondare le relazioni nella verità, anche nelle famiglie, sfuggendo all’insidia dell’ambiguità. La consegna alla fede, sottolinea mons. Raspanti, si realizza nella comunione ecclesiale, celebrando in tal modo con “azzimi di verità” la Pasqua di Cristo, attraverso la libertà del cuore e della mente, in un cammino di fede che è esigenza di santità.