L’Intelligenza Artificiale, tema che suscita sempre tanti interrogativi, oltre ai vari usi quali l’apprendimento e l’elaborazione di conoscenze, sarebbe di grande utilità nello snellimento delle pratiche della pubblica amministrazione. Come è ovvio, tutto questo deve essere preceduto dall’estensione della digitalizzazione; altrimenti sarebbe inutile.
A tal proposito si è tenuta una conferenza, nei giorni scorsi, nell’Aula Magna del dipartimento di “Economia e impresa” dell’Università di Catania.
“Le imprese stanno modificando il loro assetto, in base alle nuove tecnologie- ha esordito il presidente dell’osservatorio sulle pubbliche amministrazioni Silvana Cardì. E’ necessario ragionare su come rendere più efficiente la pubblica amministrazione. Per fare ciò, in nostro soccorso ci sono degli strumenti fondamentali per un discorso nuovo, non un discorso isolato, che prevede una sinergia fra pubblica amministrazione, università e imprese. L’intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione è stata normata, ancora solo parzialmente, in agosto. Si prevede un uso corretto e trasparente: armonia fra rischi e benefici. Sottolineando la necessità di rispettare i diritti fondamentali della libertà”.
L’Intelligenza Artificiale beneficio per la pubblica amministrazione
“La digitalizzazione è sicuramente un beneficio per la pubblica amministrazione. Questa– ha affermato il direttore del dipartimento di “Economia e impresa” dell’Università di Catania Roberto Cellini – deve generare valore, farlo autonomamente, ossia reinvestendo le proprie risorse: l’economicità, impiegando risorse strettamente necessarie e l’efficienza. Ovvero inquadrare la pubblica amministrazione in quanto azienda. E la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale sono delle opportunità che non vanno sprecate”.
“La vera domanda è : qual è l’impatto di queste nuove tecnologie sul lungo termine? La teoria del “New public management” si propone di tradurre i meccanismi delle imprese private alle aziende pubbliche, coi dovuti avvertimenti – ha concluso il prof. Antonino Leotta. Come l’erogazione online di servizi al cittadino, attraverso un unico punto di accesso; razionalizzazione e semplificazione dell’operatività interna.
Avviare la raccolta automatizzata e puntuale di dati accurati; un approccio modulare. Il concetto di E-democrazia, cioè avvicinare il cittadino ai processi decisori della pubblica amministrazione. Lo spid, il sistema d’identità digitale, ne è un caso emblematico”.
L’intelligenza artificiale apre tante frontiere; ma, contemporaneamente, solleva tanti dubbi, come l’algoritmo dei nostri cellulari. Applicarla alla pubblica amministrazione rappresenta una sfida sia per lo Stato, quanto per il cittadino.
Giosuè Consoli