Conferenza / Federico Faggin e la sua teoria sull’essere come filosofia che concilia scienza e spirito

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Federico Faggin

Il dualismo fra scienza e spiritualità è uno dei più vecchi e complessi della storia dell’umanità. Un dibattito che sa essere affascinante e profondo e che ha prodotto, nel corso dei secoli, filosofia di altissimo livello. Dibattito che, spesso, risulta però essere sterile e banale trasformandosi nella sagra dei luoghi comuni.

Su questo dualismo, nella biblioteca “Zelantea” di Acireale, ha avuto luogo la conferenza dal titolo “Oltre l’invisibile: dove scienza e spiritualità si uniscono”. A relazionare è stato Federico Faggin, fra i più importanti inventori al mondo. Di lui Bill Gates ha detto: “La Silicon Valley prima di Faggin era soltanto valley”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti: il presidente dell’ “Accademia dei dafnici e degli zelanti” Michelangelo Patanè, il teologo Vittorio Rocca, il consigliere della suprema Corte di cassazione, Angelo Costanzo e Federico Faggin.

La scienza non deve sostituire l’uomo– ha esordito il presidente Michelangelo Patanè. Prendiamo ad esempio l’intelligenza artificiale: essa non può esprimere né giudizi etici né tantomeno morali. Non deve morire la responsabilità dell’uomo”. conferenza di Faggin
“Il dibattito fra scienza e spirito è sempre attuale – ha detto don Vittorio Rocca. Il salmo 8 recita: Hai fatto l’uomo poco meno di Dio. E Democrito – per par condicio- aveva coniato la definizione: l’uomo è un piccolo universo. La cultura moderna ha smitizzato la grandezza della creatura umana; la scienza ha puntato sulla corporeità, abbandonandosi, sempre più, all’empirismo.
Invece, nella cultura contemporanea, l’uomo non è più un passivo osservatore, ed è andato a ricreare la sua stessa natura. La tecnica è sempre più protagonista. L’artefatto tecnologico non è più utensile, ma macchina sapiens”.

Federico Faggin
Federico Faggin, foto Giorgio Boato da avvenire.it

Federico Faggin / Il postulato dell’essere che concilia scienza e spirito

A un certo punto della mia vita, quando credevo di avere tutto, mi sentivo infelice – ha spiegato Federico Faggin. Ho compreso, da fisico, l’importanza della spiritualità, e nella mia ricerca culturale ho altresì capito la profondità della coscienza. Un atteggiamento scientista guarda alla coscienza con scarso interesse, come se non avesse niente da dirci, o asserendo che le neuroscienze fra non molti anni ne riusciranno a spiegare il funzionamento”. 

Da qualche anno, è sorta una teoria che considera il libero arbitrio un’invenzione; e che l’uomo vive un’esistenza aprioristicamente determinata. Il mio pensiero è conciliare la fisica quantistica: una fisica nata per esplorare le regioni più profonde della materia e la coscienza. Il postulato dell’essere che concilia scienza e spirito. Il postulato dell’essere si compone di concetti evidenti quali l’olismo, ossia considerare la materia e lo spirito come un tutt’uno o il concetto di dinamicità dell’essere. Quella di cui vi parlo – ha concluso Federico Faggin – è filosofia perenne, che affonda le sue radici nei Veda.

Non è opportuno dilungarsi sul pensiero dell’inventore, talmente complesso e “difficile” che servirebbero molte pagine. L’eccezionale sintesi che lui compie di filosofia orientale, teosofia e fisica quantistica, oltre a essere frutto di una curiosità sempre attiva, sono la riprova, semmai ve ne fosse bisogno, di un’intelligenza veramente eccezionale.

Giosuè Consoli