Il Seminario vescovile di Acireale è sempre più centro ospitale di cultura e di dibattito, non solo luogo di formazione per i nostri futuri sacerdoti. Le sue porte sono aperte a incontri che arricchiscono su temi collegati alle fede e alla conoscenza. Tra questi quello sul filosofo danese Kierkegaard, organizzato dal Serra club e tenuto dal professore Filippo Laganà, filosofo e sociologo.
“Esistenzialismo religioso nel pensiero di Soren Kierkegaard” il tema dell’incontro.
Presenti il rettore del Seminario monsignor Giovanni Mammino, i seminaristi, i soci del Serra club, nonché amici ed ex alunni di Laganà. Introducono il presidente del Serra, Pierluigi Bella, e la professoressa Marinella Tomarchio, ordinaria di Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Catania: l’uno e l’altra allievi del professore Filippo.
Laganà è stato “un professore che professa”, rendendo viva la materia e introducendo a un percorso di autoconoscenza. Noi non sappiamo a cosa portano le nostre parole, perché possono attivare una riflessione, una conoscenza, una scelta. Kierkegaard ci dà un messaggio grande: in un mondo in cui viviamo per inseguire l’apparenza ci dice quanto sia importante la ricerca della nostra dimensione interiore.
Gli artisti Laura Trucco e Pierpaolo Marchica regalano un piccolo e suggestivo preludio musicale. Il prof. Laganà ringrazia il rettore del seminario per questa possibilità e dà avvio alla sua relazione.
Il prof. Laganà spiega il pensiero di Kierkegaard
Accenna alla trilogia di Bergman sul silenzio di Dio e fa ascoltare una predica di don Primo Mazzolari. Quindi introduce Kierkegaard, filosofo danese. Padre protestante, sette figli di cui cinque muoiono prima di lui. Soren conosce una ragazza, Regina Olsen, anche lei ultima di sette figli. Si innamora perdutamente di lei e le parla con le parole dell’amore; dopo averla corteggiata a lungo si fidanza con lei ma dopo poco si fa lasciare addossandosene la responsabilità.
Kierkegaard attua nella sua vita il suo pensiero, segnato dal paradosso dell’inazione e della non scelta nell’infinita serie di possibilità di esercitare la propria libertà. L’uomo è essere unico e ha la possibilità di ricercare nella sua vita un senso. Ma scegliere comporta l’escludere le altre scelte possibili e le vie che non si percorrono e rischiare un fallimento. Scegliere di non scegliere rappresenta il punto zero, l’inazione, che comporta sofferenze fisiche e interiori, con la tentazione della disperazione. Da cui però si può uscire tramite la fede in Dio e l’esercizio della speranza.
Gli interventi
Interessanti e profondi gli interventi, tra cui quello di don Orazio Barbarino, unificati dal filo immateriale ma reale dell’amicizia e della stima al relatore, visto come maestro o amico capace di fornire un insegnamento mai banale, ricco di sorprese, provocazioni e messaggi validi per la vita. Una docenza unica perché non repetibile.
Conclude l’incontro la professoressa Tomarchio, convinta della necessità di incontri come questo, in presenza, che nella vita quotidiana ci arricchiscono e ci regalano i valori dell’umanesimo autentico. Oggi stiamo camminando sul ciglio di un burrone e facciamo i conti con dimensioni della vita disumane e legate allo scientismo, ma autori come Kierkegaard ci lasciano questo messaggio: la mancanza può trasformarsi in ricerca.
Maria Ortolani