Conferenza / Quanto il barocco ha inciso sull’architettura di Acireale

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conferenza su barocco Acireale

Nel contesto della “Via del barocco” di Acireale, nella chiesa di Gesù e Maria, eccezionalmente aperta per questa manifestazione, si è tenuta  la conferenza dal titolo “Dal barocco alla nostra città”.
Preludio all’incontro incontro è stata la mostra virtuale “Micael” a cura di Ezio Trovato, avente oggetto, come si può facilmente intuire, l’arcangelo Michele. Una dozzina di fotografie e immagini prodotte dall’intelligenza artificiale hanno creato nella mostra un’atmosfera suggestiva.

A moderare la conferenza la dott.ssa Emilia Crimaldi. Dopo l’esplosione architettonica barocca, Acireale ha conosciuto un periodo di stasi, che si è prolungata fino ai nostri giorni. Gli esperti hanno cercato di proporre una soluzione.

Lo scultore Placido Calì sul barocco ad Acireale

Il barocco si pone in netto contrasto con il rinascimento – ha illustrato lo scultore Placido Calì. Alle linee rette, all’equilibrio, il barocco contrappone le linee rotonde, l’effetto del “meravigliare” la fa da padrone: il barocco “colpisce”. La chiesa come anche i nobili hanno usufruito del fascino e della meraviglia barocchi. Questo stile nasce a Roma e, si diffonde nella Sicilia orientale, dopo il tragico sisma dell’11 gennaio 1693.

Oggi, essendo io scultore, vorrei estendere il discorso alla scultura barocca. Mentre a Siracusa, per le decorazioni dei palazzi si usava la pietra bianca di Siracusa, e per l’architettura di sostegno la pietra di Comiso, ad Acireale funzionava in tutt’altro modo.
Gli elementi architettonici portanti venivano realizzati con il basalto del vulcano, che, d’altronde, è lo stesso con cui erano state fatte le strade, essendo un materiale estremamente resistente.

Mostra Micael
La mostra

Materiali delle sculture barocche

Invece – ha concluso Placido Calì – per realizzare i portali, i mascheroni, i cagnoli sotto i balconi, veniva adoperata l’occhio di pernice, una pietra più plasmabile. L’occhio di pernice, lavorato con strumenti quali la subbia, la gradina e lo scalpello con punta di diamante, conferiva all’opera quel chiaroscuro, che a sua volta dona plasticità che è la cifra della pittura e della scultura barocche”.

“Dopo il barocco, Acireale non si è saputa rinnovare architettonicamente, o perlomeno qualcosa si è fatto. Ma senza la pervasività della novità barocca. Vi sono, in questa città, molti spazi vuoti , abbandonati, lasciati a se stessi che, sarebbe interessante riempire con installazioni o sculture di artisti locali. Per fare ciò sono necessari fondi, creare una rete fra associazioni e avere il coinvolgimento dal basso”. Ha così concluso il presidente dell’associazione “K-DIEM” Nello Castorina.

Giosuè Consoli

 

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