Future mamme, genitori, insegnanti, educatori, hanno partecipato ed animato la conferenza “Verso quale educazione?” tenuta dalla pedagogista, dott. Liliana Percolla, nel salone di bellezza “Capellimania” dell’hairstylist Angelo Giueni.
– Com’è nata questa originale collaborazione?
“Da una semplice chiacchierata fra cliente e parrucchiere riguardo un articolo sull’autismo che Angelo aveva letto”.
– Qual è lo scopo di questa conferenza?
“E’ mio desiderio che i messaggi e le tematiche trattate oggi vengano trasmesse e comunicate oltre all’evento stesso. L’educazione è lo strumento fondamentale con cui fronteggiare la complessità della società odierna. Dal rispetto per il prossimo, al contenimento dei capricci; dai processi educativi, alla cura dei propri figli attraverso una formazione permanente”.
Gli argomenti, coinvolgenti, hanno incentivato i presenti a porre molte domande, trasformando l’incontro in un dialogo, una tavola rotonda in cui chiedere suggerimenti e confrontarsi.
“Per gestire ed evitare i rischi derivati dall’uso di internet e dei social network fin dalla tenera età – consiglia la pedagogista – stimolare le capacità critiche e metacognitive dei propri bambini. Le infinite possibilità di divulgazione delle idee e di conoscenza non devono essere scambiate con il permessivismo. Tutte le esperienze intellettuali fatte attraverso l’educazione possono aiutare i giovani nella decodificazione dei rapporti con le entità immateriali con cui si confrontano nella rete, dei nuovi fenomeni di cyberbullismo, sexting, e prevenire l’insorgenza di patologie/dipendenze dallo shopping e dal gioco online. Internet è diventato l’educatore selvaggio odierno, perché annulla i confini presenti nella dimensione del fisico e azzera i processi del problem solving ”.
L’educazione è un processo trasversale, portato avanti anche dall’istituzione Scuola. “E’ fondamentale – continua la dott. Percolla- che in classe l’insegnante sappia fronteggiare il pluralismo dei linguaggi, lavorando con ciascuno dei bambini per scoprire le loro particolarità e rafforzarne l’autostima. L’educatore dovrebbe monitorare con attenzione non solo le situazioni più gravi, particolari disabilità o handicap, e personalizzare i metodi per l’eterogeneità, stabilendo obiettivi a breve termine ”.
La domanda più temuta non tarda ad arrivare: come si diventa dei bravi genitori?
“Tutti possono farcela.” rassicura la dottoressa “Non esistono scuole, ma è necessaria una forte volontà di far bene . L’autorevolezza, che è alla base del processo formativo, si acquisisce con la coerenza: i “No” sono educativi se accompagnati dalla motivazione. I genitori non devono solo “ex ducere”, tirare fuori, ma guidare i propri figli dando loro dei modelli e con i buoni esempi”.
A conclusione dell’incontro, Angelo Giueni si è detto felice di mettere a disposizione il proprio spazio per eventi culturali.
Chiara Principato