Sono iniziati con successo e grande partecipazione di pubblico i concerti del Conservatorio Bellini di Catania, nell’ambito della rassegna “Catania Summer Fest” promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, attraverso i primi due dei 18 appuntamenti, in programma dal 18 agosto al 30 settembre, che si alterneranno nelle prestigiose e suggestive corti del Castello Ursino e del Cortile Platamone.
Una sfilata di studenti e docenti dell’Istituto musicale, eccellenza tutta catanese che meriterebbe maggiore visibilità e considerazione, che ci accompagnerà fino alla fine dell’estate e che vuol essere espressione di rinascita e tenacia dopo la grave crisi economica-finanziaria che l’aveva colpito, facendolo sprofondare nel baratro della precarietà.
All’inizio di quest’anno, però, come a voler premiare i quarant’anni di storia dell’Istituto, è finalmente arrivata la tanto sospirata statalizzazione e la scuola è diventata Conservatorio; grazie alla rinuncia da parte del Conservatorio di Palermo, quale segno di rispetto, ha assunto dunque la denominazione di Conservatorio Vincenzo Bellini.
Fondato nel 1951 come Liceo musicale Vincenzo Bellini, proprio nei pressi della casa natale del noto musicista e per soddisfare l’esigenza di dare alla città etnea una istituzione musicale
degna, dopo aver presto trasferito la propria sede nel Collegio del Sacro Cuore di Via Etnea, dove tutt’ora risiede, nel 1996 è diventato Istituto musicale e nel 2004 “Istituto superiore di Studi Musicali”, col definitivo riconoscimento dello status di Istituzione di alta cultura di livello universitario.
Nel dicembre 2010 ha completato, in un cero senso, il percorso di crescita e sviluppo confluendo nella European Higher Education Area, di cui fanno parte 47 paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo di incoraggiare la libertà di movimento e la libertà di intraprendere collaborazioni internazionali nonché con quello di generare qualità formativa, sviluppo economico e coesione sociale, considerando docenti e studenti come membri di un’unica comunità accademica europea.
A raccontarci i meriti e gli obiettivi del Conservatorio, è proprio il neo direttore nonché vincitore di più di 30 concorsi nazionali ed internazionali, il maestro Epifanio Comis che partendo proprio dall’Istituto musicale catanese ha poi perfezionato gli studi con Boris Petrushansky e Lazer Berman e concluso la sua formazione con Piero Rattalino, che lo ha lanciato nella carriera concertistica internazionale dirigendo le orchestre più prestigiose e suonando nei teatri e nelle sale più celebri del mondo.
Direttore, lei è particolarmente legato a questo Istituto perchè “musicalmente” nasce proprio da qui.
Ho iniziato proprio al Bellini, all’età di 12 anni ed ho studiato con una delle insegnanti storiche della scuola, ovvero Agatella Catania.
Avrebbe mai immaginato di diventarne il direttore? Che emozione le suscita?
Sicuramente una grandissima emozione, non solo perché è da qui che ho iniziato, anche se poi ho proseguito con molte altre esperienze all’estero, ma anche perché l’Istituto oggi è uno dei più prestigiosi e rinomati.
Lei continua comunque ad insegnare, forse perché la sua vera passione è quella di trasmettere il suo amore per la musica. Come convivono questi due ruoli?
Sì, continuo ad insegnare e non smetterei mai di farlo, così come non smetterei mai di fare il pianista e il direttore d’orchestra; anche se con non poche difficoltà, io ce la metto sempre tutta e faccio del mio meglio.
Il 2020 doveva essere un anno di svolta, di ripresa per la scuola, grazie anche a questo importante passaggio a “Conservatorio” ma è arrivato il Covid-19; ha compromesso tutto?
No, speriamo proprio di no. Vogliamo credere che ci stia solo rallentando un po’. Quanto a noi proseguiamo con tenacia e convinzione anche se alcuni progetti importanti e di grande respiro artistico come quello legato all’anniversario dei 250 anni dalla nascita di Beethoven sono stati, in un certo senso, mortificati da questa emergenza sanitaria. Nondimeno, auspichiamo che l’anno prossimo si possa, in qualche modo recuperare, anche in parte, quello che abbiamo sacrificato quest’anno.
Il prestigio dell’Istituto è cresciuto una volta entrati a far parte del circuito dell’European Higher Education Area?
Probabilmente ha dato un qualcosa in più, ma ritengo che il prestigio di questa scuola dipenda esclusivamente dai traguardi raggiunti proprio dagli studenti molti dei quali, soprattutto miei allievi, hanno vinto tutti i concorsi più importanti del panorama internazionale ed hanno avviato carriere significative suonando nei teatri e con orchestra tra le più importanti del mondo.
A testimonianza di quanto dichiarato dal maestro Comis, nella prima serata, quella di martedì 18, a Cortile Platamone, si è esibito il giovane pianista Giovanni Bertolazzi accalorando così tanto il pubblico che non cessava di applaudirlo.
Nato a Verona nel 1998, ha iniziato gli studi musicali al conservatorio di Venezia ma ha poi proseguito qui a Catania conseguendo il diploma di
II livello con votazione 110 e lode e la menzione d’onore proprio sotto la guida del maestro Comis, col quale continua a perfezionarsi. Bertolazzi ha vinto numerosi primi premi quali il “Troisdorf International Piano Competition”, il Premio Pianistico Internazionale “Sigismund Thalberg”, il Premio “Al Premio Amadeus” di Lazise e molti altri ancora; ha tenuto, inoltre, concerti in sedi prestigiose e debuttato come solista in orchestre sinfoniche importanti riscuotendo sempre successi unanimi di pubblico e critica.
Mercoledì 19 si sono esibiti invece, nella corte del Castello Ursino, due studenti del III corso del triennio Accademico Raffaele Zappalà e Chiara Leonardi che hanno egregiamente eseguito dei programmi particolarmente impegnativi. Ma le serate proseguono e continueranno ad offrire un contributo di spessore che la sensibilità artistica dei cittadini catanesi sta già apprezzando molto facendo a gara per accaparrarsi i posti purtroppo limitati.
Dunque, non resta che godersi lo spettacolo: chiudere gli occhi sotto il cielo stellato delle calde sere d’estate e lasciarsi trasportare dal talento di chi ha fatto propria una grande passione ed anche l’impegno di parteciparla agli altri.
Cristiana Zingarino