Sono trascorsi 41 anni, ma la ferita è sempre aperta, da quella tragica sera del 18 marzo 1982 quando, durante il proprio servizio, il Maresciallo maggiore aiutante dei carabinieri Alfredo Agosta, 49 anni, investigatore preparato e scrupoloso, in servizio a Catania, veniva barbaramente ucciso durante un agguato mafioso, avvenuto in un noto bar di via Firenze. A decretarne la fine, e ad eseguirne la vile sentenza di morte, furono gli uomini di uno dei clan più spietati di Catania, facente capo ad Alfio Ferlito. Da sempre contrapposto a quello di Nitto Santapaola.
In quella terribile stagione di sangue, tra la fine degli anni Settanta ed Ottanta, in città si contavano più di cento morti ammazzati di mafia all’anno. E Catania, come Palermo, sembrava davvero la Chicago italiana.
A cercare di fermare quella lunga scia che quotidianamente insanguinava i quartieri di san Cristoforo, san Berillo, la Civita, Picanello, ed un po’ tutta la città, oltre alla Magistratura, tra la Polizia, la Guardia di Finanza ed i Carabinieri, vi erano solerti investigatori , dal fiuto fine e scrupolosi sino all’inverosimile. Proprio come il maresciallo Alfredo Agosta, in seguito insignito della medaglia d’oro al valore dell’Arma dei Carabinieri nonché della medaglia d’oro al merito civile.
All’Istituto “Vaccarini” ricordato il maresciallo Agosta
E, nel 41° anniversario dalla sua eroica fine, si è parlato proprio di Agosta nel convegno tenutosi nell’Istituto di Istruzione superiore “Vaccarini” di Catania. Convegno fortemente voluto da tutti i docenti e da tutti gli educatori dello stesso Istituto. Con in testa, oltre alla dirigente scolastica professoressa Salvina Gemmellaro, le professoresse Maria Stefania Bevilacqua e Maura Mancuso.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Antimafia intitolata all’eroico investigatore catanese che nella sua lunga carriera ebbe a prodigarsi non poco, nel suo quotidiano lavoro, per far trionfare sempre la legalità e la giustizia contro ogni genere di prepotenza, violenza e prevaricazione mafiosa.
“Quale criminalità organizzata, oggi? Nuove strategie di intervento a contrasto”. Ci si è interrogati su questo, al Vaccarini.
L’evento, di grande impatto educativo ed emotivo, oltre a commemorare la figura del maresciallo Agosta, ha fornito l’occasione per un’approfondita riflessione sulla criminalità organizzata. Così come si presenta al giorno d’oggi, e sui mezzi di contrasto maggiormente efficaci.
L’associazione Agosta contro la mafia
Dopo i saluti istituzionali, la dirigente scolastica, prof. ssa Salvina Gemmellaro ha puntato l’attenzione sulla necessità di sensibilizzare i giovani sulle problematiche connesse all’evoluzione del fenomeno criminoso.
A seguire i saluti di Alessandro Patanè – in sostituzione del presidente dell’associazione “Agosta”, ing. Carmelo La Rosa – che ha illustrato le attività e le finalità dello stesso sodalizio.
Ne è derivata una sentita partecipazione degli studenti che si è tradotta in un fluido dibattito. Grazie anche all’intervento del Sostituto procuratore della Repubblica di Catania dottoressa Antonella Barrera. Il magistrato si è particolarmente soffermato sull’illecito profitto di queste organizzazioni, come linfa vitale delle stesse.
L’avvocato Antonio Cannavaro, dal canto suo, ha focalizzato l’intervento sull’importanza della denuncia da parte della società civile. E, sotto l’aspetto più tecnico, ha trattato la costituzione di parte civile, nonché l’importanza del diritto alla difesa. A seguire, la professoressa Stefania Di Vita, docente del corso di Grafica e Comunicazione, ha esposto la fase progettuale e operativa del “Percorso della legalità”. Percorso realizzato in collaborazione con i docenti Francesco Caronte e Linda Adamo, referente d’istituto del corso di Educazione Civica.
Un lavoro grafico intitolato alle 15 vittime delle stragi di Capaci e via D’Amelio
La stessa Di Vita ha poi descritto il lavoro che, all’interno dei locali dell’istituto, le studentesse e gli studenti della classe 5A di Grafica hanno svolto realizzando un’opera dal grande valore simbolico, composta da una scalinata di quindici gradini tutti intitolati alle vittime delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, da un pannello finale commemorativo dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E da un percorso di accesso alla scala corredato da 21 poster di altrettanto note vittime di mafia. Un’opera che, alla fine dell’incontro, è stata mostrata con orgoglio agli ospiti dagli stessi studenti.
Di particolare impatto emotivo, poi, l’intervento di Giuseppe De Maria, studente della 5A di Grafica, il quale ha voluto dedicare e leggere una toccante lettera al figlio del maresciallo Agosta, accomunato da una vita parallela, in quanto entrambi figli di servitori dello Stato. Momento significativo che ha coinvolto e commosso l’intera platea.
Tanti i quesiti posti da parte dei numerosi studenti agli ospiti presenti i quali hanno puntualmente risposto ognuno per la parte di propria competenza.
Infine, particolarmente apprezzata dagli ospiti, è stata la presentazione di un prodotto grafico, realizzato dagli studenti della classe 2A IT dal titolo “Tracce di Memorie”. Magistralmente presentato dallo studente Flavio Papa, il lavoro ha così voluto esporre una sorta di mappatura dei siti di memoria del maresciallo Agosta nel territorio siciliano. Una ricerca capillare e riepilogativa di tutte le iniziative in omaggio negli anni alla memoria dell’eroico servitore dello Stato.
Giuseppe Portale