Come in altre centocinquanta città d’Italia in occasione della Giornata mondiale della discriminazione razziale per iniziativa della presidenza regionale delle ACLI si è tenuto un convegno di studio presso il Palazzo della Cultura (Platamone) nel corso del quale sono stati analizzati gli strumenti normativi, le procedure giurisdizionali e le strategia di intervento per la tutela delle discriminazioni razziali.
Nella mattinata dello stesso giorno, presso l’auditorium “Nicholas Green” dell’Istituto Parini Olga Marotti, responsabile nazionale dell’UNAR – (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha incontrato gli studenti della scuola “G. Parini” e ha sviluppato, anche attraverso documentari e immagini la problematica del razzismo
I ragazzi delle classi prime e seconde hanno presentato la sintesi delle ricerche fatte sul razzismo, citando diverse frasi celebri che danno priorità ed importanza alla razza umana, senza distinzioni di colori, di lingua e di cultura, Si è quindi potuto constatare come una diligente azione educativa può efficacemente contribuire a formare una coscienza civile capace di superare ogni forma di discriminazione.
La scuola , luogo di accoglienza e di formazione multirazziale e multietnica oggi, dice il preside Giuseppe Adernò, che ha ospitato il convegno, è chiamata non solo ad evitare azioni di discriminazioni e di contrasti tra gli studenti di razze , colori ed etnie diverse, ma a mettere in atto una puntuale azione educativa capace di produrre apprendimenti efficaci che modificano il proprio modo di pensare, di sentire e di agire nella relazione con gli altri. L’aver votato come” sindaco dei ragazzi” Daniele Pennavaria, uno studente di colore, originario della Sierra Leone ,è stata una positiva lezione di civiltà ed un concreto gesto di apertura mentale.
Nel suo intervento conclusivo Daniele Pennavaria, sindaco dei ragazzi, ha espresso con forza la convinzione che l’avere la pelle nera non può essere considerato un segno di diversità ed egli si sente in tutto uguale agli altri da vero amico e compagno di scuola. Attraverso questi segni e queste “lezioni” cresce la cultura del dialogo e dell’accoglienza.