Convegno SAP / Il diritto a manifestare e il diritto alla sicurezza sono in contrapposizione?

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L’articolo 21 della Costituzione, nel riconoscere a chiunque – cittadino, straniero o apolide – il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, stabilisce il fondamento di tutte le principali libertà dell’uomo e, quindi, di uno Stato democratico.
>Nella libertà di espressione, infatti,  sono compresi una moltitudine di diritti quali: il diritto di esprimere le proprie idee e, ancor prima, il diritto di pensare liberamente. Ma anche il diritto di non manifestare alcuna idea, quindi il diritto a stare in silenzio, così come il diritto a dissentire dalle idee altrui.

Questi diritti, faticosamente conquistati nel corso della storia e, non ancora in modo globale, sono oggi però minacciati da manipolazione e, ancor peggio, da violenza.
>“Esiste allora un altro diritto, non espressamente previsto dalla nostra costituzione ma che dovrebbe rientrare tra i diritti fondamentali di un cittadino: il diritto alla sicurezza, in senso generale.

Il diritto dei cittadini a non subire i danneggiamenti alle proprie attività commerciali, alle proprie autovetture, ai monumenti delle proprie città e tutti quegli atti di vandalismo che si verificano ormai frequentemente durante le manifestazioni. E posti in essere da parte di soggetti che agiscono in nome del diritto a manifestare. Ma anche il diritto alla sicurezza degli operatori di Polizia deputati a garantire il mantenimento dell’ordine pubblico”.

E’ così che Giuseppe Coco, Segretario Generale Aggiunto, ha introdotto il convegno organizzato dal SAP di Catania (Sindacato Autonomo di Polizia), lo scorso 25 marzo, presso l’Hotel Four Points by SheratonCatania.

La conferenza,  dal titolo “Due diritti a confronto: diritto a manifestare e diritto alla sicurezza”, ha suscitato un ampio dibattito. Vi hanno partecipato relatori di grande rilievo, tra cui: il presidente onorario SAP Gianni Tonelli, il Questore di Catania dr. Giuseppe Bellassai, l’avv. Enrico Trantino – avvocato penalista del foro di Catania e sindaco di Catania, l’avv. Agatino Cariola – avvocato costituzionalista del foro di Catania e professore ordinario all’Università di Catania (UNICT) e l’avv. Rachele De Stefanis – avvocato del foro di Genova.

Il giusto bilanciamento tra diritto a manifestare e diritto alla sicurezza

Come trovare il giusto bilanciamento tra ciò che è riportato nella Costituzione Italiana e il mantenimento dell’ordine pubblico, essenziale per una convivenza civile, alla luce degli attuali contesti sociali? Il contributo di ogni relatore ha fornito rilevanti spunti di riflessione.

Il professore Cariola, nel ricordare che il Diritto Costituzionale si occupa, per definizione, di bilanciamento, ha voluto lanciare una provocazione. Quella che viene considerata una contrapposizione tra il diritto a manifestare e il diritto alla sicurezza, in realtà non lo è. Si tratta, infatti, di uno stesso diritto. E’ un diritto unico, quello che si esprime attraverso il diritto alla vita, sancito dall’art.2, e quello alla libertà ed alla sicurezza, sancito dall’articolo 6 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

E’ vero, altresì, che sebbene quello alla sicurezza non sia espressamente previsto dalla nostra Costituzione, è stata la giurisprudenza che ha avuto occasione di affermarlo come diritto fondamentale, la cui tutela è a carico dello Stato. Il vero problema è un altro ed emerge esaminando ad esempio l’art 17 della Costituzione. Questo garantisce il diritto dei cittadini di riunirsi pacificamente e senz’armi, anche in luogo aperto al pubblico. Dette riunioni, tuttavia, possono essere vietata per comprovati motivi di sicurezza. Di fatto, non esistono specifiche linee guida per una corretta regolamentazione di come poter attuare queste azioni.

I limiti dell’autorità di Pubblica sicurezza

A tal proposito, il questore Bellassai ha evidenziato le difficoltà di quella figura che rappresenta e che è autrice del bilanciamento, cioè l’Autorità di Pubblica Sicurezza. Dunque i problemi riguardanti gli effetti sanzionatori delle disposizioni impartite e i limiti delle ordinanze che coinvolgono altri enti e forze di polizie a cui lo stesso si rivolge in occasione dei servizi di Ordine pubblico. Da qui la necessità di meglio definire il ruolo della figura apicale della Polizia di Stato in relazione alla responsabilità ad essa attribuita.

Secondo il sindaco Trantino, il rispetto e l’adempimento dei doveri sociali sono parametri fondamentali che permettono di esercitare i diritti. Particolare attenzione il sindaco ritiene necessario dover rivolgere oggi ai giovani ed alla loro rischiosa voglia di mettersi in mostra. Per Gianni Tonelli, manifestare è un diritto-dovere che, purtroppo, non è esercitato da persone perbene. Viene lasciato piuttosto a minoranze che non riescono a creare consensi e che lo esercitano in modo antidemocratico.

L’avv. De Stefanis, che assunto spesso la difesa degli operatori di polizia coinvolti per procedimenti penali scaturiti da fatti legati ai servizi di ordine pubblico, ha ribadito la necessità di un corretto utilizzo delle parole da parte della stampa e della magistratura al fine di non evocare sistemi e  periodi storici pregressi. Secondo la De Stefanis, inoltre, la magistratura non dovrebbe sindacare la legittimità di un’ordinanza emessa dal Questore nell’atto del suo esercizio di Autorità di pubblica sicurezza che rappresenta le scelte ritenute necessarie e idonee alla gestione di una piazza.

Cristiana Zingarino