Domani, sabato 22 giugno, il pluripremiato Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania – informa un comunicato stampa – si esibirà, con inizio alle 20,30, nel chiostro della chiesa di Santa Maria di Gesù del capoluogo etneo. E lo farà con un concerto particolare, dal titolo significativo “Napoli, Sicilia, New York …” che è fuori dei soliti canoni del gruppo: la canzone popolare, cioè melodie che tutti cantano, dalla romanza da salotto al musical, dalla creazione d’autore alla tradizione popolare napoletana e siciliana.
Su tratta, quindi, di alcune delle “più significative pagine di un repertorio tanto affascinante quanto smisurato”. Tra i protagonisti della serata ci sono personaggi di primo piano del mondo musicale, come il direttore Luigi Petrozziello e il pianista Gaetano Costa.
I pezzi in programma portano, come autori, compositori tra i più noti in assoluto e altri apprezzati per le musiche popolari che hanno creato. Come Leonard Bernstein, Vincenzo Modaro, Alberto Tomarchio, Salvatore Gambardella, Francesco Paolo Tosti, Emanuel Calì, E. A. Mario, Francesco Buongiovanni.
Illuminante, a proposito, è quanto commenta il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini. Giovanni Cultrera di Montesano. “Ciascuna composizione del ricco programma offre una finestra su diverse epoche e culture. La musica, con la sua capacità di trascendere le barriere linguistiche e temporali, continua così a essere una forza potente che unisce e ispira”.
Il coro del Teatro Massimo interpreta canzoni popolari e d’autore
Basta scorrere il programma della serata per rendersi conto della singolarità e del livello del concerto di domani. “A Vucchella”, romanza composta da Francesco Paolo Tosti su testo di Gabriele D’Annunzio, è celebre per la sua melodia dolce e romantica. E’ stata interpretata da molti dei più grandi tenori della storia, tra cui Enrico Caruso e Luciano Pavarotti. Celebra la bellezza e la fugacità dell’amore, espressa con una delicatezza che è diventata il marchio di fabbrica di Tosti.
“Leonard Bernstein ha creato un capolavoro con “West Side Story”, il musical che ha ridefinito il teatro musicale americano – si sottolinea nella nota stampa -. Canzoni come “Tonight, Tonight”, “I Feel Pretty”, “One Hand, One Heart”, “Maria” e “America” sono diventate parte integrante dell’immaginario musicale collettivo.
Ugualmente rappresentativi i pezzi di autori italiani: quelli di Vincenzo Modaro rappresentano la ricca tradizione musicale siciliana, come “’A Crozza” e “’A Pampina di l’alivu”, esempi di canzoni popolari che riflettono le tematiche quotidiane e i sentimenti profondi del popolo. “E vui durmiti ancora” è la più celebre canzone siciliana scritta da Emanuel Calì; la melodia accompagna con dolcezza e passione le parole di un’infuocata serenata che l’amato rivolge all’amata di cui attende il risveglio.
Alberto Tomarchio è un musicista e artista del coro che coltiva da sempre l’amore per la composizione e quello per le origini delle stratificazioni culturali isolane, come ne “La favula di Cola Pisci”, che riprende una leggenda popolare, mettendo in luce la tradizione narrativa, i miti e il folklore della Regione, essenziali per comprendere la loro trasmissione attraverso le generazioni.
La musica napoletana
Della musica napoletana, rinomata per la sua espressività emotiva e la bellezza melodica, è a sua volta un elemento centrale della cultura italiana, della quale uno dei pilastri è Salvatore Gambardella. “O Marenariello“, scritta nel 1893 con testi di Gennaro Ottaviano, è una delle sue composizioni più famose. Racconta di un marinaio e il suo amore, riflettendo la profonda connessione tra il popolo napoletano e il mare. Anche questo brano è stato interpretato da numerosi artisti e rimane un classico immancabile.
Ricordiamo anche “Lacreme Napulitane” di Francesco Buongiovanni; “Santa Lucia luntana” di E. A. Mario (pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta); “Michelemma”.
“E’ un viaggio tra le note – conclude il sovrintendente Cultrera – che conferma l’impegno del Teatro Massimo Bellini a diversificare l’offerta musicale e a diffonderla nel territorio”.
Maria Pia Risa