A Santa Venerina, l’amministrazione comunale ha reso omaggio ai defunti in occasione delle festività pasquali. Chiusi ormai da settimane i cimiteri a causa dell’emergenza epidemiologica in corso, nessuno può far visita ai propri cari che non ci sono più. E’ per questo che la vigilia di Pasqua nei cancelli di ingresso dei due cimiteri di Santa Venerina centro, a Badia, e di Dagala sono state collocate due corone di fiori: un gesto simbolico compiuto dal Comune facendosi interprete di un desiderio di tutti.
“Sicuro di alleviare il dispiacere di tanti di non avere potuto portare un fiore sulla tomba dei propri cari – scrive il sindaco Salvatore Greco nella pagina facebook del Comune – accogliendo anche una sensibilità nata nel Consiglio comunale, è stata disposta la deposizione di una corona di fiori davanti ai due cimiteri comunali: è un gesto singolo che vale per le intenzioni di tutti. Sono certo che vi fa piacere saperlo”.
Nella cittadina etnea di 8.550 abitanti, dove i dati ufficiali parlano di dieci contagiati dal coronavirus, la metà dei quali già guariti e gli altri in via di guarigione, il primo cittadino traccia un primo bilancio.
“E’ stata, per praticanti e non, davvero una Quaresima di digiuno e astinenza.” – scrive su facebook “Forse come non mai”. Settimane trascorse distanziandosi gli uni dagli altri. “Abbiamo fatto digiuno di strette di mani, di abbracci, di incontri. Abbiamo fatto astinenza dalle abitudini più consolidate, dalle attività più piacevoli. Abbiamo rinunciato ciascuno a un po’ della nostra libertà per liberarci tutti da un incubo tanto terribile quanto inimmaginabile solo qualche mese fa. Ce la stiamo facendo, ma non abbiamo ancora finito”.
E fa anche una considerazione: “Mi auguro che, a causa di questa emergenza, sorga la consapevolezza che forse, nel nostro modo di vivere concitato e affannoso, qualcosa possa, debba, essere rivista; che se vogliamo possiamo accordarci al ritmo naturale e al tempo, non eterno, della vita che ci è dato vivere”.
Ma anche un monito a non trasgredire le regole: “Facciamo ancora qualche sacrificio rinunciando alle amate tavolate, alle riunioni familiari. Rimandiamole a fra non molto”.
Poi spazio alla speranza che questo momento difficile possa presto finire e un pensiero a chi “è stato sorpreso dall’emergenza lontano dalle loro case e dalle loro famiglie e a causa di norme comprensibili ma non sempre sufficientemente ‘umane’ non ha potuto farvi rientro. Ne ho sentiti tanti in questi giorni e mi immedesimo sinceramente nella loro condizione”.
Rosalba Mazza