Coronavirus e dintorni / E’ di questo tempo il pensiero di S. Ambrogio: ” E’ utile ciò che giova alla vita eterna”

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Il “Te Deum” è uno dei canti religiosi più conosciuti e cantati dalla Chiesa cristiana, anche in questo difficile periodo del “coronavirus”, specie nelle celebrazioni  solenni  di Papa Francesco.
Chi è l’autore? Interrogativo che la gente non si pone, ma che suscita meraviglia, quando si apprende che è il patrono di Milano, Sant’Ambrogio, vissuto nell’epoca romana, acclamato vescovo dalla popolazione, senza aver ancora ricevuto il battesimo.  Vale la pena conoscere qualcosa della sua vita. Aurelio Ambrogio era figlio del romano prefetto imperiale delle Gallie, appartenente alla “gens Aurelia”, nato nella città tedesca di Treviri nel 340; viene educato a Roma in ambiente aristocratico, in rapporto con le illustri famiglie dei Simmachi e dei Nicomachi; è orientato all’alta carriera amministrativa, come il padre. Ambrogio diviene magistrato romano, Governatore della Liguria e dell’Emilia; nel 370, “consularis”, su designazione dell’imperatore Valentiniano I, a Milano.
Nel 374 muore il vescovo di Milano, Aussenzio, d’indirizzo ariano:  la Chiesa, dottrinalmente favorevole al Concilio di Nicea,  è in contrasto con gli ariani per il successore. Ambrogio, durante un suo discorso alla popolazione con l’ intenzione di calmare gli animi agitati, per voce di popolo, è acclamato vescovo di Milano.
Ambrogio, la notte, non riesce a dormire: non è battezzato, tuttavia avverte dentro di sé il richiamo potente di Dio e della gente. Decide d’indottrinarsi sulla fede cristiana e dopo un piccolo periodo, viene battezzato.
Sono molto numerose le sue opere contro scismi ed eresie: trattati teologici, 91 lettere, 80  inni liturgici: il tutto mirante all’esaltazione della Trinità. Ambrogio è una delle figure culturali più ricche  del suo tempo, ammiratore della tradizione classica ciceroniana e insieme sostenitore della dottrina cristiana, andando anche contro imperatori e patrizi romani.
Ad esempio, si oppone a Simmaco e al voto di ripristino dell’altare della Vittoria nel Senato, con relativo rito pagano di sacrifici; sensibilizza l’animo di Teodosio al pentimento, dopo la strage di Tessalonica.
Il pensiero del Santo sulla vita di ogni giorno è emblematico, applicabile al nostro difficile tempo del coronavirus: “Noi ci occupiamo solo del conveniente e dell’onesto, e, per definirlo ci riferiamo più ai beni della vita futura che a quelli della vita presente: secondo noi, nulla è utile se non ciò che giova a procurarci la vita eterna, non è utile ciò che giova al piacere della vita terrena.”

                                                      Anna Bella