La pandemia del COVID-19 costituisce un evento che, inevitabilmente segnando la vita e le abitudini di tutta l’umanità, si propone quale occasione propizia per mettere in campo le risorse utili a fronteggiarlo nel migliore dei modi. Non a caso, si succedono, con cadenza pressoché quotidiana, anche i decreti governativi che regolano le misure urgenti di contenimento del contagio.
Nell’ottica di un’indispensabile osservanza delle stringenti misure governative, anche la comunità acese di San Camillo dei padri crociferi cerca di riscoprire, alla luce degli insegnamenti evangelici e della propria specifica vocazione al servizio degli infermi, la capacità di affrontare il delicato periodo, al fine di rispondere il più concretamente possibile alla contingente situazione.
Oltre al consueto ministero spirituale, con i tradizionali momenti di preghiera ora intensificati, e all’accompagnamento telefonico di coloro che si trovano a vivere momenti di ansia e paura, ancor più in questo periodo, la presenza dei padri crociferi ad Acireale, nei locali della “Casa di Sollievo” di via Genuardi, si identifica con i servizi guardaroba, docce e mensa.
I Camilliani si sono dovuti adeguare alle disposizioni governative, facendo però in modo che siano comunque assicurati ai fratelli in difficoltà una doccia, con una necessaria attenzione all’igiene ed alla disinfestazione dei locali, ed un pasto che viene preparato e consegnato singolarmente, non potendo essere consumato in loco per evitare assembramenti di gente.
Il tutto nel tentativo di conservare quella normalità che contraddistingue il tradizionale servizio dei padri crociferi secondo l’insegnamento del padre fondatore San Camillo de Lellis, per una carità che non può e non deve conoscere ostacoli, e potendo, nell’occasione, fruire anche dell’aiuto di alcuni commercianti che offrono gratuitamente alla comunità camilliana quanto non riescono a vendere.
Il servizio, comunque, non si limita all’aiuto di quanti fisicamente bussano alla porta del centro, ma si estende a raggiungere anche persone che, anziane e/o sole in casa, sono impossibilitate ad approvvigionarsi di viveri.
L’attuale contingenza aiuta i padri crociferi a ripensare in maniera creativa il proprio carisma, pur nella consapevolezza che quanto essi stanno facendo rientra nella normalità del loro servizio che testimonia concretamente come le difficoltà non devono comprimere, ma anzi dilatare gli spazi della carità se, al di là di egoismi e resistenze, ci si apre ai poveri nei quali si scorge la figura dello stesso Cristo sofferente. Cosa che San Camillo stesso aveva pienamente compreso e realizzato nella propria vita, invitando sempre i suoi confratelli ad un più intenso impegno mettendo ‘più cuore nelle loro mani’.
Nando Costarelli