In Italia, di fronte a una risalita veloce della curva epidemiologica con i contagi e ricoveri in aumento, e alcune regioni che rischiano di entrare in fascia gialla, il governo spinge sulla campagna vaccinale. Nelle prossime ore potrebbe firmare il provvedimento per rendere obbligatoria ai sanitari la terza dose. Ma perché si dovrebbe procedere alla terza dose? Perché quest’ultima riporterebbe la protezione da Coronavirus a livelli ottimali (oltre il 95%). Potrebbe addirittura innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni. Lo sviluppo epidemico non è preoccupante, ma la situazione non per questo può essere sottovalutata come precedentemente avvenuto. A differenza dell’Italia, in Europa si assiste invece ad uno scenario del tutto diverso.
L’Italia resta momentaneamente tutta in bianco. Nessuna regione ha superato i tre parametri per la zona gialla, ossia l’occupazione delle aree mediche e delle terapie. Ma tutte, eccetto la Calabria, sono classificate a rischio moderato, con il Friuli Venezia Giulia ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Pertanto le regioni chiedono un tavolo con il governo per una riflessione urgentissima. Spingono sull’inasprimento delle regole relative al Green Pass, misure più severe per i non vaccinati e l’accelerazione sulle terze dosi.
Coronavirus / Ultime notizie dall’Italia e dall’Europa: le regioni chiedono riunione urgentissima
Il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere del Green Pass nella riunione di giovedì prossimo. L’idea è di ridurre la durata del certificato da 12 a 9 mesi, se non addirittura a 6. Dalla Conferenza delle Regioni arriva la proposta di un super Green Pass solo per i vaccinati e i guariti, che permetta loro di andare in ristoranti, cinema, teatri e altri posti pubblici. La certificazione verde ottenibile con il tampone diventerebbe valida solo per lavorare e per i servizi essenziali. In campo anche l’ipotesi di misure più stringenti per i no-vax. Tuttavia, il modello austriaco e tedesco, in cui solo i vaccinati o guariti possono accedere al posto di lavoro o nei locali pubblici, non è oggetto di decisione. Andiamo a vedere questi modelli nello specifico.
Coronavirus, notizie dall’Italia e dall’Europa: cosa succede in Europa?
Mentre per l’Italia momentaneamente la situazione è sotto controllo, l’Europa è travolta dalla quarta ondata della pandemia. Infatti in Germania, Austria, Romania, Bulgaria e Grecia, aumentano i contagi ed anche la pressione ospedaliera. Tutto questo ha costretto i governi locali a prendere decisioni, talvolta anche radicali, per fermare la diffusione del virus, mentre si accelera anche la campagna vaccinale. In questo senso, sembra evidente come l’adozione del Green pass nel nostro paese sia stata decisiva.
Coronavirus, ultime notizie dall’Italia e dall’Europa: tutti i Paesi europei che hanno introdotto misure restrittive contro i no vax
Il primo in ordine cronologico a prendere una decisione netta è stata l’Austria dove, da lunedì 15 novembre, è entrato in vigore un vero e proprio lockdown per chi non ha ricevuto neppure una dose di vaccino. Si parla in questo caso di modello austriaco, che altri governi hanno già introdotto o almeno ne stanno discutendo. In Austria la quarta ondata della pandemia è particolarmente violenta: con una incidenza che in alcuni stati federati, come l’Alta Austria supera i 1000 casi per 100mila abitanti.
La Germania invece non ha preso una decisione sulle restrizioni ai non vaccinati. Tuttavia, nei laender in cui la situazione è più preoccupante, è in vigore la cosiddetta regola 2G per i vaccinati o guariti che hanno la possibilità di accedere a ristoranti, musei, palestre e piscine. Decisione presa da Berlino, Baviera, Sassonia, Baden-Wuerttemberg e Nord Reno Westfalia.
Anche la Repubblica ceca passa alle misure più dure contro il Covid, escludendo i non vaccinati da ristoranti, locali ed eventi pubblici per contrastare l’avanzata della quarta ondata. Bisognerà quindi dimostrare di aver fatto il vaccino, secondo quello che a Praga viene definito “modello bavarese” (il 2G tedesco). Ad annunciare la misura è stato il premier uscente Andrej BabisIeri. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il numero dei nuovi casi rivelati dai laboratori nel Paese ha raggiunto 22.479, record dall’inizio dell’epidemia. La Lettonia, dopo aver introdotto il mese scorso il coprifuoco dalle 20 alle 5 del mattino, ha rivisto le misure restrittive solo per i non vaccinati che possono uscire di casa solo per fare la spesa e andare a lavoro. Ma emerge un numero significativo di casi.
In Europa: i vaccini non sostituiscono le misure restrittive
Il virus è in aumento nei Paesi dell’Europa orientale con tassi di vaccinazione più bassi e nei Paesi dell’Europa occidentale con alcuni dei tassi di vaccinazione più alti al mondo. I vaccini non sostituiscono la necessità di altre precauzioni. È il monito lanciato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per questo i governi stanno provano a frenare il picco con vari mezzi, lockdown per i non vaccinati e accelerazione della vaccinazione. Ma nonostante questo, il coronavirus dilaga in Europa, generando panico e paura.
Allarme coronavirus in Europa: emergenza in Germania
In Germania la situazione è drammatica, a detta della stessa cancelliera Angela Merkel. Quasi 53 mila nuovi casi, stando ai dati del Robert Koch Institut, il centro epidemiologico nazionale, con un’incidenza che tocca 336 infezioni su 100 mila abitanti in sette giorni. Cresce anche il numero dei decessi e dei posti occupati delle terapie intensive negli ospedali tedeschi che rischiano di nuovo il sovraffollamento. Anche gli anestesisti hanno lanciato un drammatico appello: “Il sistema sanitario va in direzione della catastrofe“, dicono, chiedendo al ministro alla Sanità Jens Spahn, “passi efficaci“. Per la cancelliera è necessario uno sforzo di portata nazionale per procedere alla somministrazione delle terze dosi di vaccino.
Anche in Austria gli ospedali sono al limite del collasso e la situazione è sempre più drammatica. Mercoledì scorso è stato registrato il record assoluto di casi da inizio pandemia, 14.416. In forte aumento anche i pazienti ricoverati sia nei normali reparti, 155 in più per un totale di 2.723, che in terapia intensiva sono 486. In Bulgaria invece la situazione si è deteriorata al punto che gli ospedali sono stati costretti a sospendere tutti gli interventi chirurgici non di emergenza. Qui il numero di decessi è più alto rispetto al mondo e il tasso di doppia vaccinazione è il più basso tra gli Stati UE.
Coronavirus in Italia e in Europa: Germania, Austria e Regno Unito imitano le misure italiane
La nuova ondata di contagi che ha cominciato a interessare il nostro Paese sta già colpendo pesantemente il nord dell’Europa. E così sono diversi gli Stati che in questi giorni hanno adottato o ripristinano misure più severe in tema di vaccinazioni e tamponi. E’ il caso per esempio della Germania. La nuova coalizione di governo rosso-giallo-verde (socialisti, liberali e ambientalisti) ha già fatto sapere che non rinnoverà la legge sull’emergenza pandemica, ma sta lavorando a un disegno di legge che introduce nuove misure di contenimento. Verrà ripristinata la gratuità dei tamponi antigenici. Inoltre sarà introdotta la cosiddetta regola delle 3G, che in sostanza ricalca le disposizioni italiane sul green pass: l’ingresso nei luoghi di lavoro, nelle scuole o nei luoghi pubblici soltanto ai vaccinati, a chi ha già avuto covid oppure a chi è negativo al tampone.
Stesse misure in Austria: le persone non vaccinate e guarite da Covid non potranno entrare in ristoranti, negozi come i parrucchieri e luoghi dove si svolgono eventi. Sui luoghi di lavoro, sarà consentito l’accesso al non vaccinato solo se ha fatto il tampone ed è risultato negativo. Chiude il Regno Unito, dove il segretario alla Salute, Sajid Javid, ha detto che tutto il personale sanitario di ospedali e ambulatori delle cure primarie dovrà avere completato la vaccinazione covid e antinfluenzale entro il primo aprile 2022. La disposizione, che assomiglia da vicino all’obbligo vaccinale adottato dall’Italia per i suoi sanitari era stata presa in valutazione dal governo a settembre.
La Romania tra terapie intensive piene e ospedali al collasso
La quarta ondata di Covid-19 ha investito e messo in ginocchio gran parte dell’Europa dell’Est come è avvenuto in Romania caratterizzata da terapie intensive piene e ospedali al collasso. Qui il virus circola indisturbato perché la percentuale dei vaccinati nel paese è ancora troppo bassa. Nel Paese il vaccino c’è e viene distribuito nel migliore dei modi, in grandi quantità e capillarmente. Ma la disinformazione, l’ignoranza, le fake news e gli appelli a non vaccinarsi dei sacerdoti ortodossi hanno fatto crescere nella popolazione un sentimento di grande sfiducia. Situazione pesante anche in Repubblica Ceca, dove si aggiorna il record di casi, 22.479. Si è dunque deciso di vietare l’accesso agli eventi pubblici ai non vaccinati.
Coronavirus in Italia e in Europa: in Russia il numero più alto dall’inizio della pandemia
Nuovo picco di contagi e decessi Covid in Russia. Per quanto riguarda l’andamento della campagna di vaccinazione anti-Covid russa, stando ai dati riferiti dal centro operativo anti-coronavirus citato da Interfax, nel Paese, oltre 49,1 milioni di soggetti hanno completato il ciclo di vaccinazione contro il Covid-19. Sono, invece, 53,5 milioni le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Per cercare di ostacolare la diffusione dei contagi di coronavirus, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un mini lockdown. Prevede l’astensione dal lavoro ma col mantenimento della retribuzione, per oltre una settimana, dal 30 ottobre al 7 novembre. L’aumento dei contagi in Russia è correlato purtroppo ai bassi tassi di vaccinazione anti-Covid.
Roberta La Terra