Corpus Domini / Da Dagala a Macchia gli adoratori in cammino con Gesù: non un gesto abituale ma vera testimonianza del suo amore

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Chiesa di Dagala: un momento della celebrazione eucaristica

Riuniti sotto un’unica mensa per celebrare il Corpo e il Sangue di Gesù. È quanto accaduto giovedì 4 giugno a Dagala del Re in occasione della celebrazione del Corpus Domini cui hanno preso parte le centinaia di adoratori che da diciotto mesi si alternano giorno e notte ininterrottamente nei turni di Adorazione Perpetua presso la chiesetta del Calvario di Macchia. Fortemente voluta dalle comunità parrocchiali di Macchia di Giarre e Dagala, la celebrazione è stata presieduta da Don Domenico Massimino e, a seguire, la processione con l’ostensorio si è snodata lungo la via principale che unisce Dagala a Macchia. Diverse sono state le soste presso gli altarini realizzati dalle famiglie residenti lungo la via, al termine delle quali è stata sempre impartita la solenne benedizione eucaristica.

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La processione verso Macchia di Giarre

Per gli uomini di fede in generale, ma per gli adoratori in particolare, seguire Gesù in processione pregando e cantando non è stato un gesto compiuto distrattamente o per abitudine. Chi decide di stare alla presenza di Gesù adorandolo un’ ora a settimana cammina con Lui. La processione, come diceva Padre Domenico nella sua omelia, “continua nella vita di ogni giorno perché chi sta con Gesù deve mostrarLo ed essere un ostensorio vivente”.

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Benedizione eucaristica durante la sosta dell’altarino di Via Delle Rose

Il Corpus Domini celebra l’amore infinito del Signore che ha voluto restare con noi sotto le specie sacramentali; “prigioniero d’amore” nel tabernacolo è alimento, forza per l’uomo e desidera che come Lui è stato Amore così anche noi siamo amore. La festa trae origine in Belgio in seguito alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne che nel 1208 vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava che alla Chiesa del suo tempo, mancava una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Nel 1262 salì al soglio pontificio allora a Viterbo, col nome di Urbano IV, l’ arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Proprio a Bolsena avvenne nel 1263 un particolare miracolo eucaristico. Un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. Dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico e alcune pietre dell’altare. Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente per tutta la comunità cristiana la festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo confermando il giovedì successivo alla solennità della SS. Trinità, come memoriale della Messa in Coena Domini del Giovedì Santo.

Cristina Cantarella