Ancora un riconoscimento culturale per “A lu cielu chianau”, cortometraggio di Daniele Greco e Mauro Maugeri sulla festa dell’Assunta di Randazzo : è arrivato al festival Traces de Vies”. Il filmato fa parte del progetto “Sicily Folk Doc” dei due giovani registi, uno acese, Daniele Greco, e l’altro castellese, Mauro Maugeri, prodotto dall’Associazione Culturale Scarti, producer Giulia Iannello.
Si tratta di cinque cortometraggi della durata di undici minuti ciascuno aventi quale tema le feste popolari della Sicilia, quale rito sociale. Il primo della serie che raccontano di altrettante feste religiose della “terra del sole”, per l’appunto, “A lu cielu chianau”, che è stato realizzato tra agosto 2014 e maggio 2015 è spettato, ha ottenuto la menzione speciale della giuria alla xxv edizione del festival francese che si è svolta dal 23 al 29 novembre a Clermont Ferrand.
Unico film italiano selezionato in concorso nella sezione documenti stranieri, narra di un borgo medioevale, Randazzo, sito sulle pendici settentrionali dell’Etna, che custodisce l’oramai rinomata Vara. Si tratta di un carro trionfale alto 16 metri circa, che rappresenta il mistero dell’Assunzione di Maria Vergine in cielo, con simbolica rappresentazione di personaggi viventi, nello specifico bambini, legati ai tre misteri della Madonna: la dormizione, l’assunzione e l’incoronazione. Il fercolo è composto da una possente intelaiatura mascherata di tessuti, specchietti luccicanti dai mille volti, fiori, ornamenti color oro, così da regalare effetti ottici strabilianti. Essa non rappresenta solo una raffigurazione dell’identità sorica dei randazzesi, ma si amalgama al misticismo religioso che, a quanto pare, i due giovani filmaker hanno saputo ben cogliere. Suggestiva la partenza quando. a far da padrone sono lunghissime corde, anteposte al carro, tirate da bimbi e adulti, che iniziano a far muovere il carro permettendogli di staccarsi dall’impalcatura e avanzare imperioso per le vie del corso, omaggiata dai lanci, dai balconi dei residenti, di caramelle e cioccolati che i giovani cercano di afferrare mentre lo accompagnano con dei canti. Proprio dal ritornello Daniele e Mauro hanno preso spunto per il titolo.
Tale visione induce l’intelletto a vivide emozioni che fanno ricordare il periodo medioevale, quando la città era residenza di re e regine.
Il corto segue i protagonisti, nei preparativi, nella tradizione e mette in evidenza, portando un pezzo di Sicilia, come il folklore abbia la capacità di tenere insieme e adunare intere comunità , che nel giorno della festa esprimono la massima espressione della loro identità collettiva. I registi si calano nella realtà randazzese per raccontarla ma con discrezione, lasciando che si presenti da se, quasi come se scomparissero. Tutto ciò è dettame di un modello a cui si richiamano, cioè ai due maestri del cinema dell’osservazione: il palermitano Vittorio De Seta e lo statunitense Friederick Wiseman. I due artisti cercano di rievocare un racconto che avvicini lo spettatore alla realtà nella sua autenticità.
Oltre quello francese “A lu cielu chianau” ha giù ricevuto in Italia: il premio per la migliore regia a “Corti di sabbia”, Quercianella (Li); premio A.P.P.A.C.U.V.I. al “Cerano Film Festival” (Co); menzione speciale della giuria al “Festival del Cinema di Frontiera” di Marzamemi (SR); premio “Giovannello da Itala” a Corto di Sera, Itala (Me).
Maria Pia Risa