Aumenta ancora il numero dei pazienti nei reparti ordinari (3525 in 24 ore) e quello delle persone ricoverate nelle terapie intensive. La percentuale di positivi sui tamponi fatti è dell’1,7%. Il bollettino del 12 novembre segnalava 8516 casi rilevati su 498935 test giornalieri. In Italia tutte le Regioni e Province autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste però una, il Friuli Venezia Giulia, è ad alta probabilità di progressione a rischio alto. E’ quanto emerge dai dati del monitoraggio sull’andamento epidemiologico Covid-19 della Cabina di Regia, comunicati dall’Istituto superiore di sanità.
Covid-19 / andamento epidemiologico: i numeri della settimana
La settimana epidemiologica 6-12 novembre segna un forte rialzo della curva epidemiologica. Proprio in questa settimana a livello nazionale si è assistito ad un amento di casi, dei posti occupati in terapia intensiva, di tamponi acquistati e decessi. La ripresa dei casi è arrivata con l’inizio della stagione fredda, sebbene con qualche settimana di ritardo. Lo sviluppo epidemico non è preoccupante, ma la situazione non per questo può essere sottovalutata come precedentemente avvenuto. I numeri sono quindi gestibili, ma tutti gli indicatori si stanno moderatamente muovendo al rialzo.
Italia / Covid-19, andamento epidemiologico: come è stato superata la soglia critica?
La soglia critica di 50 casi per 100000 abitante è stata superata e la crescita della percentuale di positivi individuati, rispetto ai casi testati, testimonia una circolazione del virus più sostenuta rispetto al recente passato. Purtroppo restano scoperti di fronte al Covid-19 i troppi non vaccinati: ricoprono il 23% della popolazione italiana secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità. Non è un caso infatti che il 57% dei ricoveri in area medica e il 70% di quelli in terapia intensiva riguardi proprio i non vaccinati. Numeri che spiegano i motivi per cui in alcuni paesi stanno scattando restrizioni per i soli non vaccinati, come nel caso dell’Austria.
Italia / Covid-19,andamento epidemiologico: l’Austria annuncia il lockdown per i non vaccinati
In Austria da lunedì 15 novembre è scattato il lockdown duro per i non vaccinati. E’ quanto deciso in un incontro tra il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg ed i governatori delle regioni. Secondo l’agenzia di stampa austriaca Apa, il lockdown riguarderà circa 2 milioni di persone in un Paese che conta 8,9 milioni di abitanti. Non si applicherà a bambini al di sotto dei 12 anni, perché non possono ancora vaccinarsi. Inizialmente il lockdown durerà 10 giorni e la polizia controllerà le persone in giro per accertarsi che siano vaccinate. Da questo momento i non vaccinati potranno uscire di casa solo per il lavoro, per acquisti di prima necessità e per fare due passi.
Coronavirus, salgono i casi anche in Europa
Intanto un portavoce UE ha spiegato che le decisioni sulle restrizioni Covid “spettano agli Stati membri”, dando così via libera alla proposta del cancelliere Schallenberg. Il portavoce ha aggiunto: “La Commissione collabora con gli Stati membri per monitorare l’evoluzione epidemiologica e scambiare informazioni sulle misure appropriata. Essa dovrebbe offrire sostegno, se necessario, in caso di escalation della situazione epidemiologica, ad esempio tramite il meccanismo di protezione civile dell’UE. Intanto gran parte dell’Europa sta facendo i conti con la quarta ondata della pandemia. È l’unica regione in cui sia i contagi che i decessi da Covid-19 sono in costante aumento, per la sesta settimana consecutiva, come riportato dall’Oms.
Covid-19, bisogna correre con la terza dose di vaccino
Con una circolare inviata alle Regioni, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, certifica l’aumentato della circolazione del virus. Per questo raccomanda la terza dose del vaccino agli over 40, “ferma restando la priorità” di immunizzare chi ancora deve completare il ciclo di vaccinazione primario. Al momento, i destinatari delle terze dosi sono gli over 60, gli over 18 con particolari fragilità, gli ospiti e il personale delle residenze per anziani e il personale sanitario. Dal 1 dicembre la somministrazione della terza dose si aprirà alla fascia di età 40-60, ma dovranno essere passati sei mesi dal completamento del ciclo primario.
Il Ministro della Salute, con il premier Mario Draghi, ha posto la questione della terza dose subito come obbligatoria per il personale sanitario e per chi lavora nelle Rsa. L’obbligo è già previsto per le prime due dosi e sul tavolo c’è la valutazione di estendere l’obbligo anche alla terza. E’ una fondamentale direzione di marcia, si spiega, ma senza alcuna precipitazione immediata.
Roberta La Terra