Con l’avvento del Covid, il fenomeno delle fake-news si è confermato in tutta la sua gravità durante tutta il periodo della pandemia. Siamo passati dalla stagione in cui molti sostenevano che le fake news fossero niente di più che bufale, scritte da burloni, i quali si divertivano in questo modo a popolare i social. Un periodo in cui ancora, peraltro, la messaggeria breve non era molto diffusa. Non c’erano Telegram, Whatsapp, era molto difficile far girare sia i deepfake, cioè i video falsi, che i messaggi audio falsi. Esisteva anche il problema di non avere ancora cablata una parte del Paese, che non è un limite da poco.
Covid / L’invasione delle fake news
Assistiamo, purtroppo, ogni giorno a una vera e propria invasione di questa tipologia di notizie. E sono i numeri a sottolinearlo: a quasi il 60% degli italiani è capitato di considerare vera una notizia letta su Internet che poi si è rivelata falsa. Il 23% ha invece condiviso in rete contenuti per scoprire successivamente che erano infondati. In particolare, le principali vittime delle fake news sono coloro che sulla rete vanno in modo saltuario.
Le fake news, innanzitutto, hanno un notevole appeal, perché sono notizie che incuriosiscono, riuscendo a cavalcare l’onda dei temi di attualità e a penetrare nell’agenda setting. Sono poi virali, cioè riescono a diffondersi con grande efficacia e a raggiungere un grande numero di persone. Sono inoltre veloci e crossmediali, vale a dire in grado di essere trasversali ovvero di passare da un media all’altro. Tendono a veicolare l’opinione pubblica verso una posizione chiara che non sempre rispecchia la realtà. Infine, hanno una “energia” incredibile, nel senso che, anche quando sono smascherate, riescono a lasciare una traccia profonda nella memoria dei lettori e nell’opinione pubblica.
I meccanismi delle fake news
Numerosi studi e ricerche dimostrano che le fake news effettivamente vengono usate per attaccare tre capisaldi della democrazia: la politica, la scienza e l’economia. Quando riguardano la scienza e, in particolare l’area medico-sanitaria, è difficile stabilire se una notizia è vera o falsa.
In questi due anni è stata posta molta attenzione alle fake news. Infatti, anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha sottolineato la gravità di questo fenomeno. Le maggiori piattaforme social si sono poste il problema delle fake news. Ad esempio Facebook ha cercato di arginare, attraverso provvedimenti mirati, l’incredibile fenomeno. Quando sono arrivati i vaccini non sono mancate, e ancora oggi non mancano, le fake news pronte a destabilizzare la gente. La disinformazione non ha favorito la campagna di vaccinazione e ha dato supporto ai tanti “no vax”.
Covid / I danni delle fake news
Ora si sta cercando di calcolare i danni. La Sicilia attraverso un articolo di Marta Di Gangi, riporta i dati piuttosto allarmanti che emergono dal secondo rapporto su “Fake News e Vaccinazione Covid 19”, organizzato dalla Fondazione Mesit-Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica. Lo studio è nato in stretta collaborazione con l’Eehta del Ceis di Tor Vergata, il Crispel-Università di Roma Tre e da Reputation Manager. La percentuale delle persone che, negli ultimi mesi, hanno seguito pagine o gruppi “no vax” ha visto un aumento del 480 per cento.
Fake news / I danni della disinformazione
Tanti i gruppi contro il Green Pass e le Forze dell’Ordine ne hanno scoperti 49 e quasi uno su due dedicato alla vendita di certificati verdi falsi (45%). Il numero di bufale all’interno di questi gruppi è cresciuto del 49%. Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit e professore di medicina del lavoro dell’Università del Molise ha dichiarato: “Esiste una vera e propria pandemia virtuale che purtroppo sta provocando quotidianamente vittime nella vita reale. C’è bisogno dell’impegno di tutti dalle istituzioni, che devono mettere in campo strumenti legislativi ed operativi efficaci”. Il direttore del Crispel Università di Roma 3, Carlo Colapietro, ha aggiunto: “Sarebbe auspicabile la costituzione di un tavolo di lavoro che si occupi di avanzare proposte per la mitigazione del fenomeno delle fake news”.
Si è visto come 7 fake news su 10 riguardano i vaccini: controindicazioni, reazioni, morti post vaccinazione non documentate, occultamento di morti da parte dell’EMA o di AIFA, reazioni allergiche e irregolarità al ciclo mestruale dovute alla vaccinazione. Immancabile la fake news sulla natura sperimentale del vaccino, seguita da tante conversazioni tenute da “virologi” e “scienziati” social. E poi le numerose pagine dai nomi più inquietanti come “Dittatura sanitaria” o “Guerrieri”. Mentre, il 29 per cento degli utenti social si è interessato all’organizzazione delle manifestazioni e delle proteste in piazza. I canali che sponsorizzano locali pubblici, ristoranti o esercizi commerciali senza Green Pass sono circa l’8%.
Pandemia / La mancanza della corretta comunicazione
In tutto questo ha giocato un ruolo fondamentale la mancanza della corretta comunicazione. Purtroppo, la comunicazione istituzionale è entrata in crisi. Abbiamo assistito a confronti a distanza che sono sembrati il riflesso non di una diversa valutazione della pandemia, ma di veri e propri scontri all’interno del mondo scientifico. Tutto questo ha pesato enormemente nell’opinione pubblica, generando una pericolosa situazione di infodemia, cioè la facilità a credere in qualunque cosa. Dalla infodemia siamo passati alla psicodemia, con le persone che hanno cominciato ad avere paura, attacchi di panico, difficoltà a dormire. Nel frattempo sono arrivati provvedimenti del governo che hanno acuito l’incertezza nella popolazione, perché non sono stati spiegati adeguatamente e si è lasciato molto spazio all’immaginazione e alla fantasia.
Io sono convinto che non si potrà fermare la diffusione delle fake news attraverso una legge. Dobbiamo avere un’educazione di base, costruire processi di sensibilizzazione in grado di coinvolgere sia i nostri ragazzi che gli anziani, i quali hanno scoperto tablet, smartphone, skype, e spiegare loro come si fa per verificare se una notizia è falsa o vera. L’unica legge che funziona è quella dell’intelligenza, della consapevolezza, del saper gestire emotivamente le cose.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.