Una decisione saggia, per proteggere i più fragili. Dopo la raccomandazione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), anche il Ministero della salute si adegua per riaprire la campagna di vaccinazione per chi ha più di 60 anni, a distanza di quattro mesi dalla precedente.
Per Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive al Policlinico Gemelli, le autorità hanno assunto la decisione sulla base delle evidenze scientifiche. E aggiunge: “Credo sia prudente farla”.
Professore siamo prossimi al picco della quinta ondata?
Guardando i numeri di oggi c’è un accenno a una frenata nell’ascesa che è stata importante. Questo prelude al raggiungimento del picco.
Gli antivirali in Italia vengono somministrati molto poco. Perché?
Andrebbe implementata fra i medici di medicina generale l’informazione per la somministrazione soprattutto ai pazienti fragili. Questo tipo di farmaci vanno prescritti con attenzione, tenendo in considerazione le potenziali interazioni farmacologiche. In particolare il paxlovid non può essere dato a chi prende alcuni medicinali per il cuore. Detto questo andrebbero usati di più perché il virus non si combatte solo con la quarta dose o con i mezzi di prevenzione, come la mascherina al chiuso.
L’Agenzia europea del farmaco sta lavorando all’approvazione di due nuovi vaccini aggiornati sulla variante Omicron che dovrebbero arrivare a settembre.
Si tratta di vaccini bivalenti che associano il vecchio all’aggiornamento su Omicron. Sono allo studio anche dei vaccini trivalenti, cioè associati all’antinfluenzale. Per due anni infatti il virus influenzale non ha dato grandi segnali ma bisogna considerare ciò che sta accadendo nell’emisfero australe dove il virus H3N2 sta registrando un buon numero di casi.
Anche in Italia ci siamo dimenticati della pandemia e abbassato tutte le difese?
È inutile puntare il dito. Le persone hanno meno paura del Covid ma ci sono pur sempre i fragili che dobbiamo tutelare.
E’ arrivato il via libera dal ministero della Salute per la quarta dose agli over 60.
È stata una decisione saggia quella di ampliare oggi visto il numero notevole di casi. Si deve poi verificare sul campo l’effettività, ma credo sia prudente farla. La quarta dose serve a ridurre le forme più gravi.
C’è uno studio, condotto su una casistica ampia in Israele, in un periodo breve, fra gennaio e marzo 2022, ovvero quando circolava Omicron 1, che ha dimostrato come con la quarta dose c’è un aumento di protezione nei confronti dell’infezione ma anche nelle forme gravi di malattia negli over 60.
Finora gli ottantenni non hanno seguito il consiglio e sono pochi quelli che hanno fatto la quarta dose in Italia.
Era giusto che le autorità prendessero una decisione sulla base di studi scientifici. Ormai abbiamo imparato che il vaccino non blocca la diffusione, ma protegge i più fragili.
Chi ha fatto la terza dose, si è reinfettato in questa ultima ondata e ha 60 anni non deve fare la quarta dose?
No. Probabilmente però in autunno potranno fare la dose con il vaccino aggiornato.
La nuova variante BA.2.75 preoccupa?
In India dove circola sembra avere una trasmissibilità più alta rispetto ad Omicron 4 e 5. Ma aspetterei a vedere se ha la forza per arrivare anche da noi. Sembra che ci siano due mutazioni che la rendano particolarmente immunoevasiva, sia nei confronti dell’infezione naturale sia della vaccinazione. È una variante da tenere con grande attenzione ma al momento non possiamo dire molto se non quello che ci verrà fornito dai colleghi indiani.
Maria Elisabetta Gramolini