Essere a capo di una parrocchia non è cosa facile. Oltre alla fede e alla vocazione, sono necessari altri requisiti quali la pazienza, la perseveranza e, non ultimo, il carisma. Oggi, poi, la carenza di vocazioni sacerdotali spinge i Vescovi ad affidare ai sacerdoti più di una parrocchia. In proposito, abbiamo incontrato padre Andrea Sciacca, parroco di tre comunità parrocchiali: quelle di Maria Vergine, Linera e Cosentini.
Don Andrea Sciacca, come comincia il suo ministero?
Sono stato ordinato il 18 ottobre del 2016. La mia ordinazione è avvenuta nel santuario Madonna della Catena di Aci Catena, il mio paese di origine. Dall’indomani dell’ordinazione, il 19 ottobre, dietro mandato del Vescovo, ho cominciato a muovere i primi passi, del mio sacerdozio, come vicario presso la chiesa Madre di Aci Sant’Antonio. Vi sono rimasto per due anni e mezzo. Nell’aprile del 2019 monsignor Raspanti mi ha voluto come suo segretario fino a settembre del 2021. Dopo questo tempo accanto a lui mi ha nominato parroco o meglio “tri parroco” delle parrocchie di Linera, Cosentini e Maria Vergine che fanno parte del comune di Santa Venerina.
Don Andrea Sciacca, un ruolo impegnativo il suo. Quale metodo ha usato per gestire le tre comunità?
Sono tre comunità, abbastanza vicine, accomunate dalla devozione alla Madonna. Linera è dedicata alla Madonna del Lume, Cosentini alla Madonna del Rosario e Maria Vergine alla Madonna della Catena. L’organizzazione di tre comunità, oltre a necessitare della fede, ha bisogno di molto entusiasmo e Sua Eccellenza ha sicuramente mandato me proprio per la mia giovane età: avevo trentatré anni quando ho cominciato questo percorso.
Inoltre è la mia prima esperienza da parroco e la voglia di riuscire, per il bene delle comunità affidatemi, è grande.
La parola d’ordine, nel mio caso, è organizzazione. Sin da subito ho cercato di organizzarmi affinché ognuna delle tre comunità si sentisse protagonista ed uguale alle altre. Durante la settimana il problema non si pone in quanto celebro la messa a giorni alterni nelle parrocchie, quindi due messe per comunità. Questo schema era seguito dai religiosi padri Pallottini, anche se loro erano numericamente diversi. Io ho deciso di adottare lo stesso metodo per le celebrazioni infra settimanali. Lunedì e giovedì presso Maria Vergine, martedì e sabato a Linera e mercoledì e venerdì a Cosentini. Il lavoro aumenta la domenica celebrando in tutte e tre le comunità.
Durante l’inverno, alcune volte, arrivo a celebrare anche quattro messe. Purtroppo qualche criticità arriva con l’approssimarsi delle feste natalizie o pasquali. Nello stilare il programma di queste feste arriva qualche lamentela. Le indicazioni del nostro Vescovo sono quelle di gestire le tre comunità come un’unica parrocchia, come una famiglia, e durante le feste si celebrano i momenti solenni in una sola comunità che capita a turno. I fedeli, quindi, devono spostarsi per partecipare a queste celebrazioni.
Per quanto riguarda le celebrazioni uniche, la notte di Natale o di Pasqua, vengono celebrate un anno a Cosentini, un anno a Maria Vergine e un anno a Linera. Molti accettano, qualcuno si lamenta per forma di campanilismo. E allora è sempre opportuno ricordare sempre San Paolo nella prima lettera ai Corinzi quando si ritrova a richiamare i fedeli che si attribuivano a “Guide” diverse e lui li ammonisce dicendo che Cristo non è stato diviso. E quindi li richiamo all’unità della comunità che poi, alla fine, sono località molto vicine.
Forse hanno bisogno di pregare di più per avere più vocazioni?
Si, è un punto fermo per me richiamarli alla preghiera per le vocazioni, ricordando loro sempre il numero esiguo di seminaristi che, di conseguenza, porta alla problematicità che loro vivono. Pochi sacerdoti determinano un parroco per più comunità. Comunque, vista la situazione, ho impostato la mia pastorale cercando di dare un po’ a tutti in parte equa.
I momenti particolari delle comunità sono rimasti?
Certamente, è importante conservare, per ogni comunità, il proprio “carattere”, i loro momenti tradizionali. Ogni comunità, infatti, ha la propria festa patronale e altri appuntamenti particolari che caratterizzano la specifica località. Non mi sono mai permesso di eliminarne alcuna e privarli di una particolare identità.
Dal punto di vista sociale sono comunità affini?
Affini sicuramente, ma hanno anche caratteristiche diverse che si ripercuotono nel sociale. Per esempio Maria Vergine ha una popolazione inferiore alle altre ed un numero superiore di anziani, tra Linera e Cosentini c’è una diversità di tessuto sociale. Cosentini ha avuto la possibilità, da sempre, di avere dei parroci che l’hanno guidata in maniera totalizzante che, certamente, ha inciso nella formazione della comunità tutta. Linera, anche per la presenza di un leggero disagio sociale su cui interveniamo con la Caritas, ha bisogno di essere direzionata.
Don Andrea Sciacca, le tre comunità hanno accettato la presenza di un solo sacerdote?
Purtroppo no, ogni comunità desidera avere un sacerdote solo per sé. C’è sempre la tendenza a guardare al passato e a ricordare ogni comunità singola. Sanno che c’è una grande difficoltà a trovare un sacerdote per parrocchia ma non riescono a staccarsi da quel passato dove vivevano da protagonisti assoluti. Si sentono come se a loro mancasse qualcosa nonostante il mio impegno a prodigarmi per la comunità tutta proprio come, con obbedienza, ho promesso al vescovo di fare. È anche vero, ad onor del vero, che ci sono tanti fedeli che partecipano alla celebrazione eucaristica e mi seguono nel turno delle parrocchie. Una fede matura e impregnata di spiritualità tende a saltare gli ostacoli anzicchè chiudersi in giustificazioni lontane dallo spirito di Cristo.
Questo che sto per iniziare è il terzo anno. Spero che sia quello giusto per raggiungere quell’armonia fra le tre comunità che auspichiamo io ed il Vescovo che ha visto in me la possibilità di raggiungere questo obiettivo.
Mariella Di Mauro