Il Centro Sportivo Italiano (CSI) è nato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale dall’impegno della Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Ad Acireale approdò nel 1952. Da allora, in un meraviglioso crescendo, ha raggiunto, attraverso il Comitato di zona, l’intero territorio della Diocesi di Acireale, coinvolgendo, in una vasta gamma di discipline sportive, persone di ogni età.
Mi piace qui ricordare gli appassionati campionati di calcio tra le squadre delle varie Parrocchie cittadine acesi. Allego una foto dei primi anni ’60 e ricordo che da quelle formazioni sono venuti fuori diversi atleti che hanno infoltito le file dei campionati delle società sportive italiane.
Cito soltanto la squadra della Cattedrale sponsorizzata dalla ditta Sardella che vendeva bombole di gas in Piazza Duomo. Lo faccio perché la famiglia Sardella, con quel gesto, voleva fare memoria del giovanissimo figlio Vittorio. Il ragazzo, a causa di un incendio all’interno del negozio, nel tentativo di salvare la mamma dalle fiamme, ci lasciò la vita.
CSI Acireale: due progetti particolari
Quest’anno il CSI di Acireale ha scelto di concretizzare due particolari progetti. Il primo, ha coinvolto nell’attività motoria i bambini dai tre ai cinque anni della Pasini e del Fuccio La Spina. E ha anticipato in fase sperimentale i programmi ministeriali che introdurranno ufficialmente questa disciplina nella scuola primaria.
Il secondo progetto, promosso da Sport e Salute, si riassume nella sigla “MI.GIO.ACT” (Mi muovo, Gioco e sono Attivo) e accoglie persone over 60 orientandole al benessere per migliorare forza, respirazione, equilibrio e postura attraverso l’allenamento del corpo, dello spirito e della mente.
Questo progetto ha messo insieme tante persone adulte con due incontri settimanali per tutta la stagione sportiva al PalaVolcan e nella Palestra “Scandura Fitness” che ha sposato l’attività. Agli incontri in palestra si sono aggiunte le particolari celebrazioni di due “Open day” e di un “Primo Campus Residenziale”.
CSI Acireale: il campus a Cassone
Il “Campus” si è tenuto sabato 1 e domenica 2 luglio presso il “Centro Ricreativo Giovanile San Filippo Neri” in contrada “Cassone” di Zafferana Etnea. Abbiamo percepito che tra questi luoghi aleggia lo spirito di “Pippo Buono” (San Filippo Neri) e di “Padre Marianéddu da Ràzzia” (il giovane pescatore di Santa Caterina che fondò la Congregazione dei Padri Filippini con l’Oratorio ad Acireale). Entrambi ebbero a cuore l’educazione e la formazione dei ragazzi e dei giovani all’insegna del crescere insieme nella gioia.
A coordinare le due giornate il solerte presidente del CSI acese Salvo Raffa coadiuvato da Nino Patti, osteopata. Ad animare le attività sportive il maestro Federico Brischetto nella prima giornata e il maestro Luca Scandura nella seconda giornata. I due professionisti, con uno stile di sereno accompagnamento, hanno sapientemente voluto alternare i tempi degli esercizi di “ginnastica dolce” con le passeggiate nel bosco. Le profonde respirazioni con le pause distensive e, soprattutto, le azioni corali con prove di cogestione di movimenti armonici di relazione.
È stato presente, per tutta la durata del “Campus”, don Mario Fresta, parroco della Cattedrale di Acireale. Nella riflessione iniziale don Mario ha voluto dare un nome -che è tutto un programma- all’evento: INCONTRO.
CSI Acireale: il campus come incontro
Perché lo sport è incontro. Perché tutta la nostra vita è un incontro e non ha alcun senso una vita in solitudine. Incontrarsi per conoscersi, per dialogare, per scambiare ed esercitare le proprie doti e qualità, per trovare l’opportunità di fare della propria vita un dono. Per amare.
È stato conseguenziale lo sguardo su Gesù di Nazaret che si fa uomo per incontrarsi con le persone umane, ritrovandosi a tu per tu con abitanti di ogni età e di ogni ceto sociale. Soprattutto con gente in situazione di bisogno, di disagio, di malattia. E la sua parola carica di tanta umanità, il suo sorriso, la sua dolcezza conquistava tutti. I suoi incontri preferiti avvenivano in luoghi dove ci si immergeva tra la natura, dove il sole e la pioggia raggiungevano tutti: giusti e ingiusti. Dove si ammiravano i gigli del campo, le piante di ogni genere e gli uccelli che costruivano il proprio nido e le volpi che si rifugiavano nelle loro tane.
Alle due riflessioni di don Mario hanno fatto seguito scambi di idee e considerazione da parte dei presenti che hanno messo in evidenza la necessità del dialogo, la bontà dello stare insieme e l’opportunità dell’esercizio fisico guidato e in comune.
Distensiva e piacevole la serata dopo cena animata dalla giovane psicologa Alba Trovato. Tutti i presenti (dieci coppie di sposi e una decina di single) senza limiti di età oltre i… sessanta, hanno avuto modo di esprimersi e di esibirsi in intrecci di giochi molto distensivi, liberanti e coinvolgenti. Ampie risate collettive hanno accompagnato l’insieme.
CSI Acireale, stretti attorno la Mensa Eucaristica
Il culmine dell’ “incontro” è avvenuto attorno alla Mensa Eucaristica nel mezzogiorno della domenica. Nel momento in cui ci siamo ritrovati in un grande silenzio, ho ripensato a quel versetto del salmo 43 che dava inizio al rito della celebrazione prima della riforma liturgica.
Il celebrante diceva “Introibo ad altare Dei” e tutti rispondevano “ad Deum qui laetificat juventutem meam” (Salirò all’altare di Dio, a Dio che allieta la mia giovinezza).
Infatti, la convinzione che regnava tra i partecipanti a questo Campus è stata quella di riscoprirsi immersi in una perennità di giovinezza. Un respiro esistenziale che spinge ancora a scegliere la vita in tutti suoi valori positivi.
Mi piace concludere con una espressione di Paolo Apostolo che, nella Prima lettera ai Tessalonicesi (5,23) dice: “L’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo“. Il verso che ha fatto discutere tanto i “pensatori” ci fa capire con molta chiarezza che ciascuno di noi è una unità di “essere” in una composizione di “Spirito, Anima e Corpo”.
Lo “Spirito” è quella dimensione che ci collega a Dio, che ci fa comunicare con Lui.
“L’Anima” mette insieme intelligenza ed emozioni e sostiene l’io, la personalità, la coscienza di sé. Il “Corpo” è lo strumento palpabile che ci dà la possibilità fisica di stabilire un contatto con gli altri e con il mondo materiale che ci circonda.
Certamente siamo una unità composita. E se curiamo il nostro Corpo, se lo accompagniamo con un ritmo di allenamento costante, rendiamo viva e responsabile anche la nostra Anima che accoglie la nostra mente e tutto l’insieme della nostra intelligenza. E ridestiamo il nostro Spirito che ci offre la percezione di Dio, la coscienza di Dio. Che ci vuole uniti a Lui. In un incontro perenne.
Questa esperienza vissuta ha palesato il desiderio di rivederci e ritrovarci nel prossimo anno di attività.
Nino Leotta