Cultura / Lezione di legalità al liceo Spedalieri di Catania: i grandi esempi siano di esempio per cambiare il mondo

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Il tavolo dei relatori

Partire dalla cultura, perché la cultura è nemica della mafia. Un assioma imprescindibile per il Comitato Antimafia Livatino Saetta che continua il suo viaggio della legalità nelle scuole della provincia etnea. Ultima tappa il liceo classico Nicola Spedalieri, dove una rappresentanza degli allievi ha partecipato con attenzione all’incontro sulla legalità presenziato dal presidente del Comitato Attilio Cavallaro, dal sostituto procuratore della Repubblica dott.ssa Rosaria Molè, dal presidente dell’Istituto medico psicopedagogico Lucia Mangano avv. Corrado Labisi, Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, la prof.ssa Rosaria Livatino, cugina del magistrato Rosario Livatino, l’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.

Ad introdurre la lezione – si legge in un comunicato – il dirigente scolastico prof. Alfio Pennisi, che ha parlato di come la mentalità mafiosa possa essere sconfitta solo attraverso la vittoria della cultura. Poi la parola ai relatori, e la condanna senza appello da parte del presidente del Comitato Attilio Cavallaro delle fiction che hanno fatto della criminalità organizzata uno status simbol, a partire da “La Piovra” fino a “Il capo dei capi”.

Il tavolo dei relatori
Il tavolo dei relatori

Scorrono le immagini della strage di Capaci e le parole della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta, strozzate dalle lacrime, arrivano come un pugno nello stomaco dei giovani spettatori che applaudono mentre prende la parola la dott.ssa Rosaria Molè, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania. “La mafia è difficile da debellare, è radicata nel tessuto sociale e non solo in Sicilia. La forma più semplice di criminalità – spiega – è rappresentata dal clientelismo: fare un favore comporta un obbligo morale, e lascia spazio ad ampie forme di ricatto.”

Sensibilizzare dunque al cambiamento di una mentalità illegale, iniziando dalla lettura della Costituzione, suggerisce la dott.ssa Molè, guida fondamentale per il vivere civile, prestando un’attenzione particolare alla sezione “Diritti e doveri dei cittadini”.

“Il concetto di legalità passa dalla giustizia sociale”: sono le parole di un altro testimone di legalità, l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto medico psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles).
Figlio della prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto e antesignana della lotta alla mafia, ha parlato con ammirazione della madre, una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Soprattutto nel quartiere di San Cristoforo Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta consegnerà all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione.

“I giovani devono rendersi degni della democrazia – afferma l’avv. Labisi, citando le parole del filosofo Nicola Spedalieri al quale è intitolato il liceo – siate il tutto, l’esperienza, andate controcorrente, così come ha detto Papa Francesco. La speranza per la Sicilia siete voi: i grandi esempi della nostra terra che non vogliamo dimenticare, vi siano di esempio per cambiare il mondo. Il futuro vi appartiene.”

La lettura di una lettera custodita dal Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, scritta anni prima da uno studente di un istituto superiore catanese dal carcere minorile, attestato d’amore per la vita e monito a non cadere nella spirale dell’illegalità, ha poi concluso l’incontro, suggellato dal saluto della cugina del magistrato Rosario Livatino, Rosaria Carmela Livatino e dall’intervento dell’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia.