Il 25 marzo 1300, sera del venerdì santo, Dante, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, nell’anno del giubileo, dà inizio al suo viaggio ultraterreno di redenzione: “La Divina Commedia” è il suo capolavoro eccezionale che invita tutti, in particolare gli studenti, all’appassionata lettura del poema, apprezzato in tutto il mondo.
Dante morì nel 1321. L’anno venturo ne ricorrerà il settimo centenario: senza dubbio, sarà celebrato in modo degno del grande Poeta, che amava l’unità d’Italia e la dolcezza della “lingua del sì”, ovvero la lingua italiana. Varie sono state le iniziative realizzate nel “Dantedì”, annunciato dal Governo italiano il 17 gennaio dell’anno in corso, per cui l’entusiasmo si è tradotto in concrete manifestazioni in onore del Sommo Poeta. Particolare è stato il coinvolgimento delle scuole con le lezioni a distanza a causa del coronavirus, della Rai, di centri culturali. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha avuto parole di lode: “Oggi più che mai è necessario ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante”.
Stupenda è la lettura della “Divina Commedia”, in cui Dante, attingendo alla sua epoca storica, presenta personaggi realmente vissuti, giudicandoli secondo la loro condotta, assegnando il premio o la pena eterni.
L’”Inferno” è la cantica in cui si incontrano in un crescendo i viziosi, i violenti, e quanti sono spinti dall’odio, disonorati dai sette peccati capitali. Dalla “selva oscura”, dove il Poeta incontra Virgilio, la sua guida nei nove cerchi e nelle dieci bolge dell’ottavo cerchio, si perviene in fondo al baratro, alla ghiaccia del Cocito, nono cerchio, diviso in quattro zone: nel centro della Terra, Lucifero, con tre bocche, maciulla al centro la testa di Giuda, traditore di Cristo; ai lati, gli uccisori di Cesare, Bruto e Cassio. Dante, in sintesi, condanna i traditori del potere religioso e del potere civile. Molti i diavoli, tra cui si distinguono Caronte, Cerbero, Pluto, le tre Furie, il Minotauro, Medusa, le Arpie, Alichino e Calcabrina.
Personaggi famosi, immortali: gli amanti nell’”infernal bufera” Paolo e Francesca; il fiorentino Filippo Argenti; Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti; il siciliano Pier della Vigna; il maestro di Dante, Brunetto Latini, che parla della corruzione di Firenze, predicendo al Poeta l’esilio; Caifas; la meretrice Taide; i consiglieri fraudolenti, Ulisse e Diomede; Guido da Montefeltro; il Conte Ugolino e l’arcivescovo Ruggieri. L’uscita dall’Inferno di Virgilio e Dante si attua attraverso “un cammino ascoso”e tornano “a riveder le stelle”.
Il “Purgatorio” è la montagna della purificazione dello spirito per le anime purganti; sono esaltati i principi di carità e giustizia; la foresta dell’eden prelude alla candida rosa del Paradiso. Dio opera per attrarre a sé l’anima; itinerario, le virtù cardinali. Virgilio continua nella funzione di guida-ragione naturale nel “Purgatorio”, finché Beatrice, donna testimone di Dio, che il poeta conosce ed ama, non appare sulla vetta del Purgatorio, invitando Dante alla purificazione. Il poeta, sia nell’intelletto che nella volontà, va al di là della naturalità, salendo al Paradiso, dove si abbandona alla grazia di Dio, impetrata per lui dal mistico san Bernardo, per mezzo della meravigliosa preghiera a Maria: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio”. Personaggi molto noti: Sordello, Nino Visconti, Omberto Aldobrandesco, Oderisi da Gubbio, la senese Sapìa, Marco Lombardo, Ugo Capeto, Forese Donati, Guido Guinizelli, Matelda.
Il “Paradiso” è l’eterna beatitudine dell’immensa schiera di anime rette, in grazia di Dio, e dei Santi; è la bellezza del regno della Santissima Trinità: “…. la mia mente fu percossa / da un fulgore in che sua voglia venne.“ San Tommaso sostiene che “l’essenza della beatitudine consiste nell’atto dell’intelletto”. Dante si abbandona nelle mani di Dio, che lo colma della sua Grazia. E’ il mistico S. Bernardo che impetra per lui la visione di Dio e la perseveranza nell’amore, rivolgendosi alla Madonna con la meravigliosa preghiera:”Vergine Madre, figlia del tuo figlio”. Dopo la ricca esperienza del viaggio, guidato da Beatrice, con la contemplazione dei misteri divini, Dante, sentendosi parte dell’ordine universale, desidera rivedere “l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Personaggi indimenticabili: Piccarda Donati; l’imperatrice Costanza, figlia di Ruggero II, re di Sicilia, madre di Federico II; l’imperatore Giustiniano; Romeo di Villanova; Carlo Martello; S. Tommaso, S. Francesco, S.Domenico, Salomone, Cacciaguida, S. Pier Damiano, S. Benedetto, Cristo, Maria, S. Pietro, S. Iacopo, S. Giovanni, Adamo; la rosa dei beati nell’Empireo, infine la moltitudine di angeli.
Dante è un credente in Dio, profondamente convinto: la sua fede molto forte e la sua sublime poesia fanno presa sul lettore, che viene influenzato positivamente dal suo “credo”.
Anna Bella