Dentro la Tv / Fenomenologia del Tapiro. Il (poco ambito) riconoscimento di “Striscia la notizia” è ormai un rito

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È diventato negli anni un appuntamento fisso, che genera curiosità nel pubblico e reazioni di segno diverso in chi lo riceve. Alcuni ne fanno collezione, altri lo disdegnano, i più fanno “buon viso a cattivo gioco”. Intanto la sua fama – se così si può definire – resiste negli anni e, anzi, si consolida fa una consegna e l’altra.

L’oggetto in questione è il Tapiro d’oro, onorificenza satirica che dal 1996 un inviato di “Striscia la valerio-staffelli-tapiro-doronotizia” (Canale 5) consegna a personaggi pubblici che abbiano motivo di sentirsi “attapirati”, cioè umiliati o avviliti e di conseguenza arrabbiati.

La riproduzione dorata del mammifero sudamericano, in polistirolo su una base di legno, ricorda lontanamente l’Oscar o il Telegatto, ma a segnare nettamente la differenza è la motivazione della consegna, generalmente fondata su un demerito invece che su merito: il cosiddetto “attapiramento” è generato da qualche azione sbagliata o da un episodio negativo di cui si siano resi pubblicamente protagonisti i diretti interessati, i quali di conseguenza dovrebbero avere il classico muso lungo (come quello, appunto, del tapiro).

Il portatore del “premio” è da anni Valerio Staffelli, che unisce faccia tosta e temerarietà nelle incursioni a sorpresa per le consegne, rischiando spesso conseguenze spiacevoli o vere e proprie aggressioni. Dal 1996 a oggi, ha consegnato più di 600 tapiri, riuscendo a raggiungere personaggi come Enrico Cuccia, Mike Bongiorno, Vittorio Sgarbi, Roberto Benigni, Adriano Celentano, Fiorello, Valentino Rossi e andando a pescare soprattutto fra i protagonisti del mondo dello spettacolo.

Nei tempi più recenti, il Tapiro d’oro è stato “vinto” da Antonella Clerici per i bassi ascolti del suo nuovo programma del sabato sera, da Pippo Inzaghi per i deludenti risultati alla guida del Milan, da Belen Rodriguez e Stefano Di Martino per il gossip continuo (e decisamente invadente) sulla loro relazione. La scelta dei destinatari avviene spesso in base alla loro notorietà e al ritorno mediatico che essa può provocare per il programma di Antonio Ricci. Se poi ci scappa una reazione inconsulta, è peggio per Staffelli ma meglio per l’audience: i litigi televisivi, purtroppo, attirano l’attenzione degli spettatori e fanno salire la curiosità del pubblico. Nell’immaginario collettivo sono rimaste impresse molte scene di reazioni scomposte, come quella di Fabrizio Del Noce che diede il microfono in faccia a Staffelli o quella del citato Mike nazionalpopolare che gettò l’oggetto violentemente a terra.

Per un breve periodo – dall’edizione 2004-2005 all’edizione 2007-2008 – oltre al Tapiro d’oro la redazione di “Striscia” ha consegnato anche il Gongolo di Platino, un premio di segno opposto destinato a chi si fosse distinto per gesti lusinghieri o buone azioni tali da provocare nei protagonisti soddisfazione o buonumore. Ma questo secondo premio ha avuto una fortuna decisamente inferiore, per cui è stato definitivamente archiviato.

Prima di Staffelli era il Gabibbo – il rosso pupazzo creato sempre da Ricci – a occuparsi delle consegne. Fra i primi destinatari del Tapiro Raffaella Carrà, Giancarlo Magalli e moltissimi altri “mostri sacri” della televisione italiana. Se nei primi anni riceverlo era quasi un’onta, con il passare del tempo il Tapiro è diventato segno comunque di una notorietà raggiunta e sempre più sono stati i protagonisti che, invece di reagire malamente, hanno preferito stare al gioco di Staffelli e della redazione. Del resto, nel mondo dello spettacolo vale sempre la regola per cui l’importante è far sempre parlare di sé, sia nel bene che nel male. A chi toccherà il prossimo Tapiro d’oro?

Marco Deriu

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