Dentro la tv / Il ritorno di “Rischiatutto”. Successo per le prime due puntate di riedizione del quiz che negli anni Settanta consacrò Mike Bongiorno

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Rischiatutto
Foto d’archivio

“Un omaggio a Mike Bongiorno, con tutto l’affetto e la delicatezza possibili e con tutta l’ammirazione, l’amicizia e la stima da parte di chi, come me, ha avuto dalla vita la possibilità di condividere con lui momenti pubblici e privati indimenticabili”. Così Fabio Fazio definisce la riedizione di “Rischiatutto”, lo storico quiz che ha fatto la fortuna della televisione italiana delle origini e di Mike Bongiorno.
Il 21 e il 22 aprile in prima serata su Rai 1 le prime due puntate di anteprima del quiz, che andrà in onda regolarmente nella prossima stagione televisiva a partire da settembre. Come annunciato da tempo, lo studio è stato ricostruito in modo fedele all’originale, con la stessa location, le stesse cabine per i concorrenti, lo stesso tabellone e gli stessi colori della scenografia che ora finalmente si vedono (ai tempi la tv era soltanto in bianco e nero).
Nella prima puntata di vernissage, alla presenza della moglie e dei figli dell’indimenticato Mike, un mix fra concorrenti storici e personaggi dello spettacolo per lanciare il format, nella seconda puntata i primi tre concorrenti veri. Insieme a Fazio, Matilde Gioli nel ruolo della valletta che per lunghi anni fu di Sabina Ciuffini.
La prima serie dello storico quiz andò in onda sul Secondo programma il giovedì sera per cinque edizioni, dal febbraio 1970 al maggio 1974. L’idea originale traeva spunto dal format americano “Jeopardy” in cui a una risposta si doveva trovare una domanda, ma la Rai lo modificò secondo il classico canone domanda-risposta e ottenne un successo ineguagliato: nel 1972 il programma raggiunse una media di 22 milioni di spettatori, con un picco di quasi 32 milioni nella finale del 10 giugno, trasmessa sul Programma nazionale.
La semplicità del format è la chiave del suo successo: una domanda e tre concorrenti, il primo che risponde esattamente vince la somma in palio. Per vincere, però, non basta la fortuna: bisogna sapere qualcosa. Ciascuno dei tre concorrenti si prepara su una materia predefinita per le domande preliminari e per la domanda finale in vista dell’eventuale raddoppio del montepremi conquistato. Gli argomenti delle domande del tabellone gli vengono invece comunicati una settimana prima e anche in quel caso deve “studiare”.
La struttura del “Rischiatutto” di Fazio rispecchia quella tradizionale, con la novità che fra gli argomenti che compaiono sul tabellone c’è anche “Materia vivente”, ovvero una serie di domande su un personaggio pubblico. Nella prima puntata si parlava di Alberto Tomba, nella seconda il protagonista è stato Fiorello. In entrambi i casi, il conduttore ha voluto così aggiunger un ulteriore tocco di spettacolo, d’accordo con il “Signor no”. Quel Ludovico Peregrini che era diventato famoso in questo ruolo già nell’edizione tradizionale insieme a Bongiorno.
Forse per la curiosità del pubblico di oggi, forse per la grancassa promozionale che ha preceduto la messa in onda, forse per la capacità scenica di Fazio e forse anche per una tendenza del pubblico ad apprezzare comunque la tradizione televisiva italiana, la ri-partenza di “Rischiatutto” ha ottenuto un buon successo, soprattutto nella seconda puntata – quella con i concorrenti veri – che ha riportato gli spettatori a una televisione d’altri tempi ma sempre efficace.

Marco Deriu

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