Dentro la Tv / Il trash fa audience? Si alza l’asticella dell’eccesso con “L’isola di Adamo ed Eva” e “Sorci verdi”

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Ormai da tempo abbattuti i tabù della nudità televisiva, della volgarità verbale e dell’aggressione fisica, la televisione nostrana – sempre più irrimediabilmente guardona – ricorre puntualmente all’eccesso quando vuole cerca di far emergere qualche programma in mezzo alla massa di un’offerta sempre più densa e affollata di trasmissioni. Due casi di recente introduzione lo confermano per tutti.

“L’isola di Adamo ed Eva” (Deejay Tv) in versione italiana, produzione Endemol che declina in salsa tricolore un j-ax-sorci-verdi-10format straniero già in onda sullo stesso canale (mercoledì ore 21.10), ripropone il classico meccanismo del cosiddetto “dating show” in cui un uomo e una donna sconosciuti si danno appuntamento al buio in un luogo per fare conoscenza reciproca e avviare eventualmente una relazione sentimentale. Il luogo è una spiaggia paradisiaca in cui a un certo punto un terzo pretendente entra a sorpresa e ridefinisce le reciproche dinamiche relazionali.

La “trovata” – se così la possiamo chiamare – acchiappapubblico è che i protagonisti sono lì completamente nudi, proprio come i personaggi richiamati nel titolo. I classici pixel coprono le parti intime, ma l’esibizione integrale del coro è evidente, così come lo è l’ammiccamento continuo verso la curiosità voyeuristica dello spettatore. Non paghi di questo mix esplosivo, gli autori hanno affidato la conduzione a Vladimir Luxuria, all’anagrafe Wladimiro Guadagno, un uomo travestito da donna.

Inutile cercare letture psicosociologiche di questa situazione più artificiale che naturale, meglio riconoscere che il motore dello show è l’incontro fra l’esibizionismo dei concorrenti e l’atteggiamento guardone del pubblico a casa. L’unica possibilità per tollerare la presenza di un programma tanto osé in palinsesto è attivare un sano e ironico distacco verso la produzione.

Lo stesso atteggiamento andrebbe utilmente applicato di fronte a “Sorci verdi” (Rai 2, lunedì), programma di seconda serata affidato al rapper J-Ax, già noto al pubblico di rete per essere stato fra i giurati di “The Voice”. Il cantante – se così lo possiamo chiamare – si è presentato annunciando la rottura di ogni schema e lo scardinamento delle regole televisive classiche, in realtà ha mostrato fin dall’esordio la fatica di tenere in piedi uno spettacolino a suon di battute per lo più scontate, rivolte perfino contro la stessa Rai che lo paga.

La prima puntata del programma ha avuto uno share partito intorno al 5,5% nelle battute iniziali, per poi calare durante la trasmissione. È pur vero che godeva del traino di “Pechino Express” andato in onda subito prima e, guarda caso, anch’esso animato da una prova in cui i concorrenti hanno dovuto fare una corsa nel deserto nudi come mamma li ha fatti (giusto per restare in tema con il filone di cui sopra).

Si tratti di parole, immagini o comportamenti, sembra proprio che la televisione contemporanea non riesca a fare a meno di cercare sempre l’eccesso attingendo a piene mani a quel filone “trash” (spazzatura) che, invece di essere archiviato perché reso superfluo dal crescente aumento dell’offerta di canali e di trasmissioni, gode di rinnovata attenzione.

A noi spettatori più o meno distratti il compito di agire per evitare ciò che non solo non ci serve ma nemmeno ci piace. Il telecomando è stato inventato apposta.

Marco Deriu

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