Dialogo con don Francesco Mazzoli sul mistero dell’Incarnazione davanti ai presepi di Caltagirone

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La visita ai presepi di Caltagirone da parte di fedeli della Cattedrale di Acireale è stata un’esperienza molto valida, perché oltre alla bellezza artistica e all’originalità dei presepi, rinomati in tutto il territorio nazionale ed anche oltre, si è avuta un’ottima occasione per vivere un’intensa giornata spirituale, sotto la guida di don Francesco Mazzoli, organizzatore della gita, che ha favorito un afflato comunitario, simbolo di una piccola chiesa in cammino che, specie attraverso la contemplazione del Presepio monumentale permanente, rappresentante la completa storia della salvezza, e la visita alla tomba del Servo di Dio, don Luigi Sturzo, nella chiesa del SS.Salvatore, s’industria a trovare il proprio sentiero di vita.presepi caltagirone 2
Nel cuore e nella mente di ciascun partecipante, un’impronta incancellabile sul mistero del Figlio Unigenito di Dio, fatto uomo, sceso dalla magnificenza della regalità alla piccolezza dell’umanità.
Ed è sull’insondabile mistero dell’Incarnazione, che dialoghiamo con don Francesco Mazzoli, dottore in Scienze umane, dal prossimo 13 gennaio, parroco di Santa Maria La Scala.
Come si può spiegare la condizione umana di Gesù, assunta sin dal livello embrionale, nelle varie fasi della vita umana, data la sua natura divina, quindi infinita?
“Abbiamo una profezia di Isaia (cap.7), dove è citato il mistero dell’Incarnazione attraverso la nascita dell’Emmanuele, ovvero Dio con noi. Israele attende la nascita di questo Dio totalmente lontano, diverso; l’attende nelle fattezze di essere umano, per trascinare l’umanità intera verso il Creatore, in un atto di riconciliazione tra Padre e figli nel Figlio. La Trinità sceglie il ciclo della vita dal nascere al morire, per fare risaltare la vita divina, che consiste nella forza della Risurrezione del Figlio.Gesù di Nazaret, nella sua dimensione storica, ovvero ‘sitzen im leben’( letteralmente ‘seduto sulla vita’), possedeva nella sua interezza la divinità.”
Secondo un’interpretazione razionale, la divinità, soprattutto nella prima infanzia di Gesù, esiste misteriosamente “nascosta”. E’ così?
“No. A 40 giorni Gesù, nell’incontro con il sommo sacerdote Simeone, è riconosciuto nella sua divinità. Inequivocabile preghiera di Simeone al Padre:’Signore, lascia ora che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi han visto la salvezza preparata da Te davanti a tutti i popoli. Luce per illuminare le genti.’ E a Maria:’Egli è qui per la salvezza dei popoli’. Bisogna rispettare le tappe evolutive del Figlio: manca il linguaggio vocale, ma la dimensione comunicativa divina, da Gesù neonato a Gesù Crocifisso, è sempre presente.La divinità è attestata da pastori, Magi, Simeone e Anna. Anche nei Vangeli apocrifi si manifesta. La dimensione di Uomo-Dio risalta nell’incontro tra Gesù adolescente e i genitori nel tempio di Gerusalemme; in seguito, sottomissione alla Famiglia di Nazaret e al Padre Celeste. Celebre l’espressione evangelica ” Cresceva in età, sapienza e grazia”.

                                                                                                                                                                                           Anna Bella

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