Difesa della natura / Curata e liberata a Cefalù Giulia, una tartaruga che si era cibata di plastica

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Giulia, una tartaruga di specie Caretta Caretta, é ritornata a casa, grazie alle cure dell’Istituto Zooprofilattico. A darne notizia in un comunicato stampa è  lo stesso istituto siciliano.

Il direttore dell'Izs Caracappa con il sindaco di Palermo, Orlando, a Cefalù
Il direttore dell’Izs Caracappa con il sindaco di Palermo, Orlando, a Cefalù

Quando fu trovata da un diportista, pesava solo 22 chili; venne subito presa in carico dalla Capitaneria di porto di Cefalù ed affidata alle cure di biologi e veterinari del “Centro regionale di recupero per tartarughe marine” dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. La tartaruga presentava problemi respiratori e aveva inghiottito parecchi pezzi di plastica, forse credendoli altri cibi come sarde o seppioline. Con indagini diagnostiche e cure  la tartaruga ha espulso la plastica durante il periodo di riabilitazione  in una grande vasca. Qualche giorno fa, grazie ai medici che hanno avuto cura di lei, Giulia è tornata in mare, con i suoi vent’anni, una lunghezza di 60 centimetri, un carattere vivace  e due chili in più rispetto al giorno del recupero, con immensa gioia dei medici  e dei bimbi che hanno partecipato all’evento nella caletta di Sant’ Erasmo al Foro Italico, presso la “Casa lavoro e preghiera di padre Messina”.

Queste specie – si sottolinea nella nota stampa – sono a rischio di estinzione; infatti, sono inserite nella lista rossa della Iucn (International Union for Conservation  of Nature), organismo internazionale che supervisiona le razze protette. Questo istituto è sorto nel 2013 come grande osservatorio costiero addetto al controllo della situazione epidemiologica riguardante gli spiaggiamenti. Quando le tartarughe sono vive gli operatori intervengono per ripristinare le loro funzioni organiche. Dalla nascita del centro ammontano a 250 le tartarughe soccorse di cui una quarantina già liberate.

il commissario Seminara
Il commissario dell’Izs Seminara con Orlando, due suore e alcuni bambini

“Giulia è  la prima che liberiamo quest’anno – ha detto Santo Caracappa, direttore sanitario del medesimo istituto -. In primavera le tartarughe si avvicinano alle coste per deporre le uova e il recupero si intensifica. É intenzione, inoltre, di creare nell’ istituto di padre Messina, un centro di riabilitazione che le accoglierà prima di farle tornare in mare”. Ha aggiunto Salvatore Seminara, commissario straordinario dell’Izs: “Grazie alla fitta rete di collaborazione tra l’istituto, le Capitanerie di porto, gli assessori regionali all’Agricoltura e alla Salute, il nostro centro, l’unico a livello regionale, ha raggiunto alte percentuali di recupero. Inoltre, il monitoraggio delle carcasse assume un’importanza considerevole per il controllo del diffondersi delle malattie, pertanto si invitano i pescatori a continuare a segnalarci senza temere di incappare in problemi burocratici o altro”.

Alla liberazione di Giulia – conclude la nota stampa dell’Izs – erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Palermo e l’assessore regionale all’Agricoltura. Leoluca Orlando ha ringraziato le suore del “Centro Padre Messina” per aver sposato l’iniziativa, che segna il primo passo per la costituzione di un centro a riconoscimento internazionale per la cura delle tartarughe. A seguire Antonello Cracolici, che ha evidenziato come l’efficienza di strutture come questa siano motivo di grande orgoglio per i siciliani e che giornate del genere ci riavvicinano a madre natura che merita rispetto ed amore.

Il numero per seguire segnalare il ritrovamento di tartarughe in difficoltà: 800620266

 

Maria Pia Risa

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