Digitalizzazione / La questione dei servizi di rete in Sicilia

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La Sicilia, pur lentamente, avanza nel suo processo di digitalizzazione, aumentando sempre di più i servizi di rete e la loro qualità. Migliora la pubblica amministrazione e vi sono passi avanti anche nel legame tra sanità e mondo digitale, ma rimane aperto il problema delle infrastrutture. Secondo i dati, però, la regione rimane evidentemente indietro in confronto ad altre realtà italiane ed europee.

La cabina di regia per la pubblica amministrazione digitale

Lo scorso luglio il Governo Schifani ha creato la cabina di regia per la pubblica amministrazione digitale, fondamentale per migliorare la digitalizzazione generale dell’isola. L’obiettivo è quello di definire una strategia complessiva per l’infrastrutturazione in rete e i servizi cloud nella Pubblica amministrazione siciliana, oltre che quello di governare in modo coordinato la progettualità di Regione, enti locali, aziende sanitarie e ospedaliere, negli interventi finanziati con i fondi PNRR.

I fondi del PNRR destinati alla digitalizzazione in Sicilia

Ad inizio ottobre 2023 sono stati assegnati ufficialmente i nuovi fondi del PNRR per la digitalizzazione dei servizi in Italia e in Sicilia. Secondo il report di Openpolis è Palermo il capoluogo a cui sono stati assegnati più fondi, ben 3,5 milioni di euro. La Sicilia è quarta regione italiana per fondi assegnati (80,4 milioni di euro). Benché importante, la quota assegnata al Sud non rispetta le previsioni di legge. Secondo Openpolis, infatti, “sono state attribuite risorse inferiori alla quota minima del 40 per cento prevista dal Pnrr”. Conti alla mano, “se si escludono i progetti di ambito nazionale, alle regioni del Mezzogiorno va il 35,8 per cento delle risorse stanziate finora”. Oltre il quattro per cento in meno rispetto al dovuto.

Era stato il governo Draghi, al momento dell’approvazione del Pnrr, a prevedere che il 40 per cento dei 191 miliardi disponibili, che diventano 221 con i 30 miliardi del Fondo complementare, fosse destinato al Sud. Questo non è avvenuto e la nostra regione, secondo il report di Svimez, in fase di attuazione del piano potrà avvalersi di un ‘margine di sicurezza’ piuttosto limitato: 1,6 miliardi, appena 320 milioni di euro annui dal 2022 al 2026.

La previsione dell’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ)

Ma perché? La SVIMEZ l’anno scorso aveva previsto che l’Isola non sarebbe riuscita a ottenere le risorse stanziate e aveva rintracciato anche le motivazioni. La Sicilia non è riuscita a mettersi nelle condizioni di poter attuare alcuni piani che si era prefissata. Per esempio, nella nostra regione non è stato completato il riassetto degli ATO (Ambiti territoriali ottimali) per via della burocrazia lenta, dunque non potranno essere utilizzati i fondi per migliorare la rete idrica.

Vi è anche il problema dei bandi vuoti: nessuno per esempio si è candidato al bando per individuare costruttori di rete, installatori, system integrator, cui affidare la progettazione, fornitura e posa in opera di cavi sottomarini a fibre ottiche per la connessione in banda ultra-larga di una ventina di isole minori di Sicilia, Sardegna, Puglia, Toscana. Ancora una volta la rete di connessione nella nostra regione resterà debole e arretrata. Se la Sicilia non aumenta il proprio spirito di iniziativa continuerà a perdere fondi, e non per mancanza di risorse.

In Sicilia la connessione è più lenta che nel resto d’Italia

Un altro modo in cui si mostra il divario tra nord e Sicilia nella digitalizzazione dei servizi è anche nella questione della qualità della connessione di rete. Questo è confermato da un report di OpenSignal riguardante la velocità delle connessioni Internet mobile, quindi quella con connessione 4G e 5G e non WiFi. La qualità è bassa soprattutto a Catania, in cui per esempio Iliad rallenta del 20,8%, TIM del 18,1%, Vodafone del 17,1%, WindTre del 22,8% e Fastweb del 16,6%.

Il problema è ovviamente dovuto alle nostre scarse infrastrutture, che non si sono ancora adattate ai cambiamenti in corso nell’era moderna. Bisogna capire invece che è diventato cruciale investire nella digitalizzazione della regione e in una buona qualità dei servizi di rete. La rete internet è diventata ormai fondamentale per praticare moltissime professioni moderne, e anche per gestire i sistemi della pubblica amministrazione. La nostra regione dovrebbe sforzarsi ulteriormente per fare più progressi in questo ambito.

Martina Fidelio

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