Corso Savoia, l’antica via Carolina, è un susseguirsi di palazzi con importanti facciate. Tra di essi spicca il palazzo dei baroni Pennisi di Santa Margherita, al civico 32.
Le origini della famiglia Pennisi sono molto antiche e i suoi componenti hanno spesso ricoperto cariche importanti nel contesto sociale e politico della città. Salvatore, maestro notaro della Corte Giuratoria di Acireale acquistò il feudo di Floristella con investitura il 26 febbraio 1782. Angelo Maria, dottore in giurisprudenza fu investito del feudo di Floristella il 15 febbraio 1788, mentre Giacomo fu infeudato del territorio di Santa Margherita il 28 novembre 1803, titolo trasmesso poi al nipote Angelo Maria nel 1808.
Non ci sono notizie certe sulla data di costruzione del palazzo e dell’architetto che lo progettò, ma, probabilmente, colui che lo volle nel suo stato attuale, unificando le costruzioni già esistenti, fu il barone Pasquale Pennisi di Santa Margherita che ricoprì la carica di sindaco di Acireale per ben tre volte, nel 1861, nel 1888 e nel 1900. Il tracciato principale non era il Corso Savoia, ma via Currò; infatti, il prospetto principale che oggi possiamo ammirare venne realizzato, probabilmente, nella seconda metà dell’800. Riunire le varie costruzioni e realizzare la bella facciata deve essere stato un susseguirsi di eventi che portarono i proprietari dell’epoca a rendere magnifica anche al suo interno la sontuosa dimora. Anche in questo palazzo, come negli altri di nobili possessori acesi, vennero ospitati personaggi illustri: qui la Regina Margherita di Savoia fu ricevuta con tutti gli onori che si confacevano al suo rango nel 1881.
Il barone Pasquale nacque nel 1845 e si unì in matrimonio con Grazia Calì. La coppia ebbe ben nove figli, tre maschi e sei femmine. Il titolo di barone venne trasmesso al primogenito maschio, Giuseppe, che sposò il 4 giugno 1904 Maria Paternò Castello dei Marchesi di San Giuliano. Altri cinque figli del barone Pasquale si unirono in matrimonio con persone appartenenti a famiglie di spicco della nobiltà e dell’alta borghesia dell’epoca, mentre il cavaliere Salvatore e le figlie Rosina e Carmelina non si sposarono e risedettero sempre nel palazzo di famiglia.
Il barone Giuseppe Pennisi e Maria Paternò Castello ebbero un matrimonio felice come si evince dall’epistolario fra i due coniugi (vedi Marcello Proietto, Indici dell’epistolario della famiglia Pennisi di Santa Margherita di Acireale, Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale 2015) spesso distanti per l’attività politica del barone eletto più volte deputato del Regno. Maria era una donna colta e raffinata, e la sua vita si svolgeva nell’accudire amorevolmente il figlio, Pasqualino, nella devozione nei confronti del coniuge e, allo stesso tempo, presenza attiva nella società cittadina dell’epoca. Maria era stata educata e aveva portato a compimento i suoi studi nel prestigioso Collegio Sacro Cuore Trinità dei Monti a Roma, retto da una congregazione di suore di origine francese. Ella compare anche nell’elenco delle nobildonne della Compagnia delle Dame di Carità di San Vincenzo de’ Paoli costituita dal primo vescovo di Acireale Gerlando Maria Genuardi. Giuseppe e Maria per una strana coincidenza nacquero nella stessa casa. I genitori di Maria stavano trascorrendo un periodo di vacanza nella tenuta di campagna della famiglia del barone Pasquale quando, anticipando sulla data prevista, la piccola decise di venire al mondo. Allora i mezzi di trasporto non erano veloci e comodi e Pasquale offrì la sua casa di Acireale come posto sicuro e più confortevole per far venire al mondo la bimba. Ma le coincidenze o il destino non si fermano qui ad unire indissolubilmente questi due cuori. Infatti quando la baronessa lascerà questa vita il 23 gennaio 1965 Giuseppe la seguirà appena poche settimane dopo. Il ricordo della scomparsa del barone è ancora vivo nelle generazioni successive in quanto si narra che egli, la mattina del 14 febbraio del 1965, preparandosi con cura e avendo consumato come di consueto il pasto a casa, disse ai suoi familiari che si andava a sdraiare nel proprio letto per raggiungere la sua amata. Fu trovato morto poco dopo. Nessuno saprà mai se il barone in un momento di sconforto per la perdita dell’amata moglie abbia voluto fare un gesto estremo ma, da quel momento, i due coniugi saranno uniti per l’eternità.
Oggi una parte del palazzo è ancora abitata dai familiari di Giuseppe, infatti il nipote barone Francesco Pennisi di Santa Margherita pur essendo nato a Roma e avendo vissuto per buona parte della sua vita fuori dalla Sicilia è tornato nella casa dei suoi avi.
Gabriella Puleo
I Pasquale sindaco sono due. Uno è lo zio, Pasquale Pennisi Cagnone, celibe. L’altro è il nipote Pasquale Pennisi Pennisi, fratello di Agostino Pennisi Pennisi, fondatore delle Terme.
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