Diocesi / 11^ Adorazione eucaristica perpetua a Macchia di Giarre

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Tu sei veramente il figlio di Dio. Adorare è elevare la lode al Signore. Questo il tema di riflessione con cui alla fine della visita pastorale, il 5 novembre il vescovo Mons. Raspanti concluderà le celebrazioni per l’undicesimo anniversario dell’istituzione dell’Adorazione Eucaristica Perpetua alla chiesa Nostra Signora di Lourdes a Macchia di Giarre.

Avviata nel 2013 per ispirazione dei parroci delle comunità di Macchia, Dagala e Santa Venerina, essa si segnala come una delle più longeve della provincia, in una regione che forse più di ogni altra si distingue per il numero di Adorazioni. Queste, grazie all’impegno indefesso di volontari che hanno assunto l’onere della testimonianza come missione, si diffondono sempre più sul territorio nazionale. Con ancora leggera prevalenza al sud, rispetto al nord.

Qui il novero di volontari delle parrocchie pilota si è poi ampliato con adesioni dall’intera diocesi. Da 11 anni, circa 250 adoratori, tra chi copre un turno fisso settimanale e chi supplisce eventuali assenze, si avvicendano ogni ora, giorno e notte. Chiunque può accedere e adorare il SS. Sacramento sostando per il tempo di quella preghiera che, dopo la Santa Messa, è la più gradita al Signore. Con Gesù non temere, l’invito che campeggia nel programma dei vari incontri, ci introduce all’Adorazione. In essa il cuore si delizia nel dialogo amorevole, bocca a bocca… ad oras appunto, col Signore.

SS.Sacramento esposto all'Adorazione perpetua a Macchia di Giarre
Il SS.Sacramento esposto all’Adorazione eucaristica perpetua

L’importanza dell’Adorazione eucaristica perpetua

Così, superate le risalenti perplessità di chi riteneva doversi circoscrivere l’intimità col SS. Sacramento alla sola manducazione eucaristica, il Magistero ne ha sempre più consigliato e sollecitato la diffusione, in pagine mirabili in cui s’individua ed evidenzia la fonte eziologica nello stesso messaggio evangelico. Nel costante e puntuale riferimento alla Parola del Signore, per le loro implicazioni in termini di approfondimento del Mistero e per la loro ricaduta nel vissuto quotidiano, esse offrono alcune delle riflessioni più alte e edificanti della Dottrina Sociale della Chiesa.

A partire dallEnciclica Mysterium Fidei di San Paolo VI che nell’indicare l’Eucaristia come il “centro spirituale” della Parrocchia, così si esprime: “Cristo è il vero Emmanuel, Dio con noi. Giorno e notte è con noi. E tutti coloro che si avvicinano al Santissimo Sacramento in adorazione sperimentino quanto preziosa è la vita nascosta con Cristo in Dio e il grande valore della conversazione con Cristo. Perché non esiste nulla che dia più consolazione in terra, nulla di più efficace per avanzare nel proprio cammino di santità. Perché nella Santa Ostia c’è Cristo, il Redentore del mondo”.
E poi aggiunge: “Il Santissimo Sacramento è il cuore latente di ciascuna delle nostre chiese. E’ nostro dolce dovere onorare e adorare nella Santa Ostia ciò che i nostri occhi non vedono, il Verbo Incarnato, che non possono vedere”. Parole senza tempo, che esternano il senso del vero amore per il Signore e da condividere nel vissuto di ciascuno.

Tre documenti sull’Eucaristia di San Giovanni Paolo II

In quest’alveo si pone tutta l’elaborazione postconciliare, come evidenzia S. Giovanni Paolo II nella Lettera Domenicae cenae e nella meditazione del 6.6.1980 al Sacro Cuore di Parigi. Assumendo l’Aep nel Mistero Eucaristico, egli ricorda che “Nella Santa Eucaristia, e questo è pure il significato dell’Adorazione Perpetua, entriamo nel movimento d’amore dal quale tutto l’interiore avanza e ogni efficacia apostolica scaturisce”.
Tema su cui ritorna nei suoi tre documenti sull’Eucaristia. Cioè l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, l’Istruzione Redemptionis Sacramentum e la Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine, che ancor oggi dovrebbero essere oggetto di costante e fedele riferimento.

Il rapporto intrinseco e inscindibile tra celebrazione e adorazione eucaristica è sviluppato in termini paradigmatici da Benedetto XVI, nell’ Esortazione Apostolica Postsinodale  Sacramentum  Caritatis. “Nell’Eucaristia il Figlio di Dio ci viene incontro e desidera unirsi a noi. L’Adorazione eucaristica non è che l’ovvio sviluppo della celebrazione eucaristica, che è il più grande atto d’adorazione della chiesa. Ricevere l’Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione verso Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così, diventiamo una cosa sola con Lui e pregustiamo in anticipo, in qualche modo, la bellezza della liturgia celeste.

Adorazione nella chiesa di Macchia di Giarre
Adorazione Comunitaria nella chiesa Nostra Signora di Lourdes a Macchia di Giarre

Raccomandata la pratica personale e comunitaria dell’Aep

L’atto di adorazione al di fuori della santa Messa prolunga e intensifica quanto s’è fatto nella celebrazione liturgica stessa. Infatti solo nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera. Proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa. Missione che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri”.

Quindi il Papa ne raccomanda ai Pastori della Chiesa e al Popolo di Dio, la pratica sia personale che comunitaria. Da curare sin dalla catechesi dei fanciulli, per introdurli al senso e alla bellezza di sostare in compagnia di Gesù, coltivando lo stupore per la sua presenza nell’Eucaristia.
Perciò sollecita ancora una volta l’individuazione di chiese o di oratori, da riservare appositamente all’adorazione perpetua.

L’Adorazione eucaristica prolunga al’incontro con Gesù

Da ultimo, nel suo invito alla preghiera in preparazione del Giubileo del 2025, pure Papa Francesco ritorna sui temi affrontati dai suoi predecessori. ”L’Adorazione eucaristica permette di prolungare e dare più spazio all’incontro personale con Gesù realmente presente nelle specie eucaristiche. Se nell’Eucaristia la Chiesa dimostra la sua fedeltà al comando del Signore «Fate questo in memoria di me», adorare il Corpo sacramentale del Signore è continuare a fare Sua memoria.
Contempliamo colui che riceviamo nella Comunione, per rimanere con lui, stare alla sua presenza, l’unica capace di trasformare la nostra vita e darle un senso. Infatti, è il corpo reale di Cristo, l’Eucaristia, che dà forza per il cammino di questo pellegrinaggio terreno. E santifica il corpo mistico, che è la Chiesa”. Solo l’atto più recente del fil rouge che si dipana per tutto l’arco della riflessione maturata nella Dsc.

In tempi sconvolti da venti di guerra come non ricordare, infine, le parole pronunciate da Papa Woitila in avvio dell’Adorazione Perpetua in Basilica di San Pietro, il 2 dicembre1981. Invitando il popolo di Dio ad amare Gesù nel SS. Sacramento e fare dell’Eucaristia il centro stesso di ogni Parrocchia, attraverso l’adorazione, egli così sancisce “Il modo più sicuro e incisivo di stabilire la pace duratura sulla faccia della terra è attraverso il grande potere dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento”.

Come disattendere un invito che è pure un monito pressante e determinante per il nostro stesso futuro? Nella consapevolezza del grande Dono elargito alle nostre comunità con l’Aep di Macchia di Giarre, formuliamo così i più sinceri auspici agli adoratori e ai loro coordinatori, di continuare ad essere d’esempio e di testimoniare una esperienza di vita meritevole d’una emulazione sempre più condivisa.

                                                                                     Giuseppe Longo