L’Ufficio Catechistico Diocesano, interrogandosi profondamente sull’efficacia del campo-scuola che si teneva nella nostra diocesi che ormai registrava la partecipazione di pochissime parrocchie, ha deciso di dare una significativa svolta al solito tran-tran proponendo l’attuazione di un “Percorso formativo estivo per catechisti e aspiranti catechisti”, svoltosi in tre giorni a Milo.
Il corso “inserendosi nel cammino di preparazione al 5° Convegno Ecclesiale di Firenze, intende aiutare i catechisti a conoscere i destinatari del loro servizio educativo; abilitare ad una catechesi in e con la famiglia; favorire l’approccio con le persone disabili”, in particolare con la “sordità”.
La risposta dei catechisti ha superato ogni aspettativa: si è protocollata la presenza di ben 85 catechisti, provenienti da 20 parrocchie.
Il primo giorno la relazione del prof. Gaspare Ivan Pitarresi su “Annunciare e testimoniare la fede all’uomo di oggi” ha visto l’uditorio profondamente interessato e coinvolto nella problematica trattata. L’uomo di oggi, sballottato dalle onde di una società liquida, si ritrova senza identità, senza una base, in una comunità anch’essa destabilizzata e, quindi, senza alcun punto di riferimento.
Il laboratorio pomeridiano ha consentito ai corsisti di rielaborare i contenuti, gestirli e applicarli proponendo piccoli accorgimenti per aiutare l’uomo a recuperare la sua identità avvalendosi soprattutto della pedagogia divina fondata sulla relazione, e dello stile del Maestro che non cessa mai di prendersi cura di ogni uomo e della sua fragilità.
Il secondo giorno don Carmelo Sciuto, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, ha relazionato su “Narrare e testimoniare la fede in e con la famiglia”. È emersa la necessità di un serio coinvolgimento della famiglia nella catechesi, pena il suo stesso fallimento. La dinamica laboratoriale ha appassionato i catechisti, chiamati in causa per esprimere il proprio giudizio sul comportamento di una catechista coi ragazzi e la relativa componente genitoriale del suo gruppo. Invitati a riesprimere la scena, dopo avere modificato gli errori di relazione, gli operatori hanno dimostrato buona capacità di cogliere gli sbagli nei rapporti esistenziali e di apportare adeguate modifiche.
Infine il terzo giorno i coniugi Chiara e Orazio Romeo ci hanno aperto l’orizzonte su come favorire l’approccio con i disabili sensoriali, in particolare con la sordità.
A fine lavori, don Carmelo Sciuto, sintetizzando i punti essenziali trattati durante il corso, ha ricavato delle prospettive per il prossimo futuro.
Santa Bella