Diocesi / A Giarre il 17 novembre l’annuale raduno dei Gruppi di preghiera di san Pio

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La devozione di Giarre per San Pio da Pietrelcina è notoria, come testimoniano le numerose manifestazioni e celebrazioni organizzate nel corso di decenni dal primo gruppo di preghiera giarrese, fondato dall’infaticabile Nerina Melita Rapisarda, tuttora animatrice diocesana del gruppi.

Ancora una volta il profumo della Santità di Padre Pio da Pietrelcina convocherà i fedeli nel duomo di Giarre, il prossimo 17 novembre alle ore 16, in occasione del 19° raduno diocesano dei gruppi di preghiera; alle ore 16,15 padre Enzo La Porta, assistente regionale dei gruppi, terrà un incontro sul tema: “I gruppi di preghiera, discepoli e testimoni di Gesù in missione”; seguirà l’adorazione eucaristica.

Alle 18 il vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti presiederà una concelebrazione eucaristica.

Intanto non si sono ancora spenti gli echi delle celebrazioni di fine settembre, in occasione della festa dedicata a San Pio dalla Chiesa.

Nel corso del triduo, predicato da don Nino Russo, arciprete della chiesa madre giarrese ed assistente spirituale diocesano dei gruppi, e preceduto da una mostra fotografica dei 42 raduni dei gruppi di preghiera che Giarre ha ospitato, insieme ai gruppi presenti nella cittadina ionico-etnea, con una processione aux flambeaux, recitando il Santo Rosario, si è raggiunto il monumento eretto a San Pio nel 1985, in Piazza Immacolata, ed è stato celebrato il “beato transito” del Santo pugliese.

Il 23 settembre scorso, giorno della festa dello stigmatizzato del Gargano in cui si è ricordato il ventesimo anniversario della Beatificazione, avvenuta nel maggio 1999, il duomo cittadino era gremito da numerosi devoti e don Russo ha parlato tanto del Santo da Pietrelcina e dei gruppi, definiti “anime dedite alla Preghiera e fedeli al mandato di Padre Pio”.

Io mi permetterei di aggiungere fedeli anche al mandato del nostro vescovo mons. Antonino Raspanti –precisa Nerina Rapisarda- il quale con lettera pastorale ha sollecitato la  comunità diocesana ad essere discepola e Testimone di Gesù. Noi, come gruppi di preghiera presenti nella diocesi, abbiamo recepito tale esortazione ed all’inizio del nuovo anno pastorale vogliamo impegnarci a professare una fede che sia esercizio di vita, espressione autentica del nostro vissuto, seguendo i suggerimenti preziosi del nostro vescovo e mettendo in atto gli insegnamenti del nostro fondatore e le direttive di Casa Sollievo”.
La preghiera assume un significato fondamentale nella vostra testimonianza…

Vogliamo, nella preghiera, chiedere luce e forza allo Spirito Santo, per essere una nuova ‘primavera’ di preghiera nelle nostre comunità, che sia vera, che penetri nella vita e la trasformi; preghiera che parta da un cuore pieno di amore per il Signore, che ci faccia sentire uniti al Padre, ci faccia conversare come figli, con Lui, e ci faccia fare, finalmente, un bel salto di qualità nella nostra vita spirituale, tanto spesso trascurata”.
Un atteggiamento ammirevole, in un’epoca di secolarizzazione…

Ci impegniamo, seguendo i suggerimenti del nostro vescovo, ad essere anche una ‘primavera’ di azioni per così dire ‘ardimentose’, tali da replicare al rischio della secolarizzazione. Con lo stile semplice, diretto che ci ha insegnato Padre Pio e con i preziosi frutti che derivano dall’ascolto attento della Parola e dalla preghiera del cuore, ci sforzeremo di farne, per quanto ci è possibile con l’aiuto dello Spirito Santo, un tempo di ‘cristianizzazione’: andremo in mezzo alla gente, come ci ha suggerito il vescovo, usciremo dalle sacrestie e dai nostri ‘giardinetti’ recinti da folte siepi, per far sentire che Cristo, oggi, è più che vivo in mezzo a noi, che cammina con noi, che ci ama infinitamente, che ci tiene per mano come bambini, e che il Suo Regno non avrà mai fine”.

Un impegno, quindi, ad essere tra la gente, portatori di un Cristianesimo convinto e sincero, ma nello stesso tempo “fattivo” di opere di giustizia, di condivisione, di amore fraterno…

L’amore, mi diceva Padre Eusebio Notte, confessore e figlio spirituale di Padre Pio, è come la musica: gli idiomi di tutti i paesi non si possono conoscere, ma l’amore, come la musica dei grandi compositori, è sempre da tutti compreso. Ed è così!”.

Come scriveva San Pio nel suo Epistolario, “date piena libertà alle operazioni dello Spirito Santo, sforzandovi di ricopiare in voi le virtù cristiane ed a preferenza di tutte la santa umiltà e la carità cristiana”.

Mario Vitale