“A scuola di futuro. Guardare indietro per puntare avanti” è stato il tema dell’incontro delle due giornate di formazione degli Adulti dell’Azione Cattolica di Acireale.
L’evento si è tenuto nella Casa San Tommaso di Linguaglossa.
Erano presenti, tra gli altri, la presidente dell’Azione Cattolica diocesana Cetta Vecchio e i suoi vice Alessandra Prestipino e Michele Cristaudo e l’Equipe diocesana del settore Adulti, i quali hanno contribuito alla realizzazione delle due giornate. Da annotare anche la presenza di mons. Agostino Russo, vicario generale della diocesi di Acireale.
La prima giornata è stata di spiritualità e formazione. Don Giuseppe Garozzo, assistente diocesano del settore adulti, ha dato l’avvio all’evento. Egli, partendo da Dt. 8, 2-10, ha introdotto la riflessione sottolineando come il futuro si costruisca guardando al passato, non per rimpiangerlo, ma per farne “memoria”.
Nel lessico biblico “memoria” è infatti al tempo stesso pedagogia, memoriale, celebrazione. Attraverso la memoria del passato Dio educa il suo popolo: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto fare in questi anni”. Egli fa memoriale rendendo presente la storia passata per proiettarla nel futuro; ne fa infine celebrazione nella misura in cui il ricordo è scuola, attualità e promessa.
A seguire ci sono stati i laboratori, momento di necessaria risonanza e condivisione delle suggestioni che le parole di don Giuseppe hanno provocato tra i presenti.
Azione Cattolica Adulti, relazione di don Paglia
Particolarmente interessante domenica mattina la relazione sul tema di don Davide Paglia, della diocesi di Caltagirone, e assistente regionale del settore adulti di AC. L’intervento è partito dalla posizione dei credenti spesso nostalgici del passato ma incapaci di esserlo per il futuro. Sicuramente è una posizione molto difficile. E’ più facile partire da un passato che ci concretizza in quello che siamo, che essere nostalgici di un futuro che sconosciamo.
A sua definizione, questa è una scelta miope perché il Vangelo non prende radici dal passato ma si radica sul futuro. Diversamente si vedrebbe Cristo come un reperto archeologico, invece è presente e vivo e la nostra relazione con lui va vissuta guardando al passato.
Papa Francesco definisce questa posizione “Indietrismo”, cioè quell’atteggiamento di una parte dell’AC che dice di guardare indietro.
Zygmunt Bauman ha scritto un testo proprio su questo argomento, chiamandolo “Retrofobia”. In poche parole spiega che, vivendo in una vita liquida, si fa fatica a vivere il presente e coniugarlo in una realtà liquida. Bauman dice che è questo il motivo per cui si guarda al passato come chi, guidando la macchina, guarda avanti ma controlla continuamente lo specchietto retrovisore. Andiamo avanti ma guardiamo sempre indietro.
Come si fa a diventare oggi Chiesa che non si ferma solo al passato, solamente attenendoci al fascino del futuro, si chiede don Davide. Il tempo della Chiesa è sicuramente l’avvenire, il futuro. È il dopo a dare senso alla nostra realtà. Il futuro non deve essere la proiezione dei dati che condividiamo e viviamo, ma una storia che ci deve sorprendere con il nuovo. Il futuro per i cristiani è l’Avvento. Cristo che viene incontro alla storia che ci interpella, un futuro che non conosciamo ma che, essendo la volontà di Dio, ci deve sorprendere. Visto così il futuro ci sconvolge e ci invita a capovolgere il concetto di essere Chiesa.
Azione Cattolica, riflessione di don Barbarino per la formazione degli adulti
Nel pomeriggio, la riflessione dell’assistente dell’AC, don Orazio Barbarino, rettore del santuario SS Cuore di Acireale. Don Orazio è partito dalla riflessione della mattina definendola una ventata di giovinezza. Ha parlato degli anni presenti, difficili, e impossibili da percorrere se non si è motivati da una grande speranza.
Bisogna, dice l’Assistente, impegnarsi ma avere dentro un grande progetto. Molto può fare l’AC che ha definito come una grazia che ha una missione storica. Per andare avanti bisogna avere la capacità di saper leggere la storia e guardare al passato proprio come indicato nella Bibbia per non dimenticare.
Oggi, purtroppo, stiamo vivendo il tempo della dimenticanza. Alla fine della seconda Guerra Mondiale è divenuta famosa la frase “Mai più”, eppure oggi quella frase sembra sia stata accantonata. Si sta tornando a pensare la guerra come un fatto inevitabile per risolvere i problemi. Questo perché, in questi decenni, non si è riusciti a fare memoria. Non vista come qualcosa di statico, ma come evento che ha sempre bisogno di essere richiamato alla mente. Il concetto di memoria, tipico della cultura ebraica, non è un semplice ricordare ma vivere nel presente l’evento del passato: proprio come la messa che è un memoriale. Non è un ricordare un personaggio storico passato sulla terra, ma Cristo che ha assicurato la sua presenza non solo agli apostoli, ma anche ad ognuno di noi.
Le giornate, sicuramente stimolanti, hanno visto nella conclusione la celebrazione dell’anniversario di quarant’anni di matrimonio della presidente Cetta Vecchio e di Carmelo Agostino. La circostanza ha reso l’atmosfera, già cordiale, ancora più gioiosa ed intima.
Mariella Di Mauro