Diocesi / Ad Acireale il Giubileo delle Comunicazioni sociali e della cultura

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conviviale giubileo dei giornalisti

Nella basilica Cattedrale di Acireale è stato celebrato il Giubileo diocesano delle Comunicazioni Sociali e della Cultura presieduto dal vescovo Raspanti e avente come titolo “”Comunicare il Giubileo tra forma e sostanza del messaggio sui media”. Il secondo degli appuntamenti diocesani giubilari ha visto la partecipazione di decine di giornalisti provenienti dal territorio diocesano e non solo: da Acireale a Mistretta un centinaio gli operatori della comunicazione che si sono ritrovati per questo appuntamento importante.

I momenti / La statio e la Celebrazione Eucaristica per il Giubileo della cultura e delle comunicazioni 

convegno giubileo comunicazioniMomento iniziale delle celebrazioni giubilari è stato la statio, breve sosta nella quale prepararsi alla santa messa. Nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo il primo momento ha previsto il saluto da parte del direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi e della CESi, don Arturo Grasso, del direttore della Voce Dell’Jonio, Giuseppe Vecchio, e del direttore dell’ufficio cultura, il giornalista Mario Agostino.

In questa prima fase dell’evento giubilare è stata letta la bolla di indizione del Giubileo, seguito dal pellegrinaggio verso la Basilica Cattedrale di Acireale nella quale si è tenuta la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Raspanti e alla quale erano presenti numerosi operatori delle comunicazioni.

I momenti / L’incontro di formazione e convivialità a conclusione del Giubileo

L’ultima fase del Giubileo diocesano delle comunicazioni e della cultura di Acireale ha previsto un incontro di formazione, che ha evidenziato il ruolo fondamentale dei comunicatori nella società e ha tracciato i contorni di una comunicazione capace di creare ponti di speranza e rimette al centro la comunicazione come opposizione alle divisioni. Dalle parole dei relatori dell’incontro, don Roberto Strano, direttore dell’ufficio liturgico, e della teologa Letizia Franzone, evidenziata la missione dei comunicatori di oggi impegnati a districarsi tra intelligenza artificiale e capacità di cogliere il bene ed il vero attraverso le pieghe della cronaca. L’incontro, patrocinato dall’Ordine dei giornalisti Siciliano, ha permesso ai giornalisti interessati di accedere ai punti di credito formativo.

A conclusione della serata il vescovo Raspanti ha invitato gli operatori della comunicazione ad un momento di convivialità nel Palazzo Episcopale. Questa è stata occasione per creare ponti e relazioni, che rimettono l’uomo al centro del rapporto non solo professionale ma anche umano. Ai numerosi giornalisti presenti, un centinaio, si è potuto rivolgere personalmente il vescovo di Acireale, confrontandosi con loro su tematiche lavorative e anche personali. Si è rivelata quindi opportunità di vicinanza a coloro che attraverso il proprio lavoro collaborano a far conoscere il bello che la Chiesa acese mette in campo per essere vicina ai propri fedeli e che fanno emergere, attraverso servizi e approfondimenti, la vivacità di una Diocesi sempre in movimento.

Nelle parole del vescovo il cuore al centro dell’informazione

Nella sua omelia il prelato ha riportato centrale l’importanza di agire con la ragione e al tempo stesso di mettere il cuore nelle azioni che si compiono.

omelia Raspanti Giubileo giornalistiAi giornalisti presenti si è rivolto con queste parole: “C’è un aspetto che è fondamentale nel giornalismo, che nasce dentro ciascun essere umano e ancora di più in chi si trova a dover dare le notizie: quanto cuore mettiamo in ciò che facciamo. Il cuore deve essere pacificato, sereno, libero e capace di trasmettere serenità e apertura di animo per poter accogliere le notizie senza pregiudizi e raccontare i fatti con onestà e trasparenza.

Il modo in cui voi raccontate le notizie fa si che si influenzi anche l’animo di chi vi legge. Quante volte, da lettori, ci troviamo avvelenati ed arrabbiati per notizie trasmesse senza cuore? Il Giubileo ci offre un’occasione preziosa, che è quella di fermarci e guardarci dentro, per riscoprire la nostra interiorità e coltivare in questo modo un cuore sereno e sincero”.

Il vescovo ha poi consegnato un’ultima riflessione ai giornalisti, declinando per loro il tema del Giubileo che è, infatti, la speranza.
Al lettore arriva lo spirito di chi scrive, lo assorbe e lo fa proprio. E’ per questo che la speranza non si può trasmettere se non si porta già dentro di sé”.
L’invito, dunque, ad edificare la speranza attraverso il proprio lavoro e le proprie competenze comunicative.

Chiara Costanzo