Nella parrocchia Maria SS. di Portosalvo, ad Altarello (Giarre), ha avuto luogo l’atteso incontro ecumenico, alla sua quinta edizione, organizzato dalla diocesi di Acireale, dal vescovo Antonino Raspanti, e dalla parrocchia, nei suoi rappresentanti, il parroco sacerdote Sostene Di Stefano e il segretario del Consiglio Pastorale, dott. Andrea Rapisarda, con l’intento di offrire un servizio alla Chiesa e all’umanità, in un tempo difficile in cui si assiste a fatti incresciosi, all’allontanamento dei cristiani, all’ateismo.
Interessante il tema della serata: “La Verità vi farà liberi – A 170 anni dalle ‘Lettere patenti’ (1848) “, ovvero il riconoscimento dei diritti civili e politici, ad opera di Carlo Alberto; in particolare, la libertà di esprimere la propria fede, in favore della Chiesa valdese. E’ del 1961 la promulgazione del diritto di libertà nella diversità della fede. Partecipanti con profondo spirito di fraternità, secondo l’insegnamento di Papa Francesco, “diversi ma fratelli”: l’anglicana Norma Mazza; il greco-ortodosso, p. Alessio Mandanikiota; la luterana Annerose Czimezik; l’ortodosso rumeno, p. Michele; il valdese Rosario Confessore.
Dalla porta centrale, mentre s’innalza un inno al Signore, entra la processione per la convocazione dell’assemblea, presieduta dal vescovo Raspanti. Don Sostene con sobria cordialità dà il saluto ai numerosi convenuti “per l’evento di grazia”, tra cui un gruppo del Serra Club di Acireale, con la past –presidente, dott. Dora Pennisi, e il presidente Nazionale della Fondazione del Serra Club, dott. Mario Di Bella.
Gli interventi di ciascun rappresentante delle comunità, ricchi di contenuti, vertenti su passi del Vangelo, hanno contribuito a sensibilizzare l’assemblea dei battezzati al valore dell’impegno ecumenico, ai fini della solidarietà nella fede a Cristo e della pace.
Suor Tarcisia, triestina missionaria francescana, residente a Taormina, sottolinea come la libertà non è assoluta, ma consiste nell’avere il cuore libero, sgombro, con la fiducia di ottenere con la preghiera ciò che le nostre forze non arrivano a conquistare.
Il pastore valdese Rosario Confessore traccia l’esperienza di travaglio della propria comunità, individuando nella libertà civile la dimensione autentica con cui viene difeso il legame di appartenenza al Vangelo da diffondere agli altri; di rilievo, la libertà dell’ascolto dell’Evangelo per tutti, attraverso la misericordia divina, puntando sul Vangelo di Giovanni: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Il Consolatore rimarrà con voi”.
La luterana Annerose Czimezik e l’anglicana Norma Mazza citano passi del Vangelo su libertà, vita e verità; su Gesù, Maestro e Signore della Chiesa.
Il vescovo Raspanti parla con efficacia della resurrezione di Cristo, richiamando il dovere di fedeltà alla Verità, che non è un’opinione, infatti, accogliere la parola di Cristo è vita. Il suo pensiero teologico si rivela nella critica verifica dello sfaldamento occidentale, che provoca cadute nelle grinfie dello spirito del male. E’ Gesù che rivela l’uomo all’uomo nella coscienza: la fede illumina la ragione. Il frammentarsi crea scadente confusione: la fede non può appiattirsi sulla mentalità del mondo, bensì deve corrispondere al comandamento dell’amore, invocando lo spirito di verità.
Intenso il momento delle singole preghiere, poi la recita comunitaria del Padre nostro. L’incontro si conclude, dopo l’invito di don Sostene al 2019, con un momento di fraternità.
Al valdese Confessore chiediamo: “La pace in Europa e in altre parti del mondo, secondo noi, è garantita dall’Unione Europea, per cui l’unità dei cristiani le darebbe maggior forza socio-politica. Lei è d’accordo? –“Dal punto di vista del Nuovo Testamento, il discorso dell’unità è la diversità che non divide: lasciare a Dio l’ultima parola, come cristiani significa che un giorno Dio sarà tutto in tutti. Oggi in parte conosciamo e in parte profetizziamo, essendo in viaggio. Pur nella diversità, siamo discepoli di Gesù, camminiamo dietro Lui. La diversità è necessaria: la solidarietà tiene insieme le differenze.”
Anna Bella