Diocesi / All’insegna della sobrietà il 75esimo di sacerdozio del longevo canonico Pappalardo

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Domenica 22 luglio nella Parrocchia di Santa Maria Ammalati si è celebrato un evento unico in tutta la Diocesi: il canonico Salvatore Pappalardo ha celebrato il 75mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 18 luglio 1943, otto giorni dopo la data prevista a causa dello sbarco degli alleati in Sicilia.
Mentre in tutta Europa dominava la guerra con i massacri più atroci, a Santa Maria Ammalati, il vescovo di Acireale, mons, Salvatore Russo, accoglieva il giuramento di 5 giovani forti e determinati ad essere portatori di Pace e di Giustizia e, tra questi, il giovane  Salvino, di Aci Catena, la cui famiglia era sfollata proprio nella frazione acese.
Per una celebrazione così rara e importante, chi si aspettava lo sparo di mortaretti, lo sfolgorio di luci e di parati, è rimasto profondamente deluso. La messa  è stata celebrata dallo stesso festeggiato che indossava una semplice tunica leggera e una preziosa stola fornita dal parroco, don Marcello Pulvirenti. Assente il vescovo e tutti i  Curiali perchè non richiesti. Unico evento speciale della serata, la benedizione di Papa  Francesco.
Scegliendo questo formato, il can. Salvatore Pappalardo ha voluto ricreare quel clima di austerità e di testimonianza di 75 anni fa, che egli ha privilegiato durante il suo lungo e ricco percorso di vita come sacerdote, come docente e preside di uno dei maggiori Istituti comprensivi scolatici, come scrittore di 11 libri di racconti e di saggi e come socio della prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici., per citare soltanto alcuni dei numerosi incarichi ricoperti e svolti con dedizione e alta professionalità,  tanto da essere insignito del titolo di Commendatore al merito della Repubblica.
Ma c’è una riflessione e una domanda che sono emerse nei numerosi presenti alla celebrazione: “Ma come fa il can. Salvatore Pappalardo a mantenersi così vigoroso e lucido alla soglia dei suoi 98 anni?”. Non un errore, una incertezza o segni di stanchezza durante le due ore della celebrazione. E quel timbro di voce forte e suadente che non ammette dubbi di sorta…
La risposta è emersa senza tentennamenti dalle testimonianze  dei numerosi amici, parrocchiani e professionisti che hanno affollato la chiesa: “Il can. Salvatore Pappalardo ha vissuto intensamente e con serenità interiore le numerose esperienze che la vita gli ha riservato, da protagonista attivo e mai da vittima passiva. Con un grande senso dell’humour e di distacco, evitando i fronzoli e puntando ai risultati”.
E dopo le diverse ore trascorse insieme, non possiamo non convenirne.

Enzo Coniglio 

 

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